Narrano antiche cronache le storie di oggi: terremoti a Salso e Fidenza
La terra trema e continua a tremare: Macerata, Norcia, ma anche Borgotaro negli scorsi giorni; ripercorriamo i terremoti di Salsomaggiore e Fidenza
La terra trema e continua a tremare: Macerata, Norcia, ma anche Borgotaro negli scorsi giorni; ripercorriamo i terremoti di Salsomaggiore e Fidenza
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@Roberto Mancuso
La terra trema e continua a tremare. Pare non voglia fermarsi. Intanto i fiumi cambiano corso, si spezzano le montagne e ogni luogo diventa lontano. Cataclismi continui che spazzano via tutto. Sembra che la terra qui non ci voglia più, ci manda via cancellando persino il ricordo di quel che eravamo.
È damnatio memoriae che non risparmia vite umane, opere d‘arte, industrie e botteghe o speranze. Rimane il dolore e la paura di essere nuovamente scacciati. Di disgrazie purtroppo siam pieni tutti e basta tenerle a mente per farci sentire più vicini l’un l’altro. C’è sempre stato quel giorno in cui è toccato anche a noi, ovunque fossimo, e potrebbe riaccadere. Alcune tragedie le abbiamo vissute, altre, quelle più lontane nel tempo, le riscopriamo nella nostra storia, nel ricordo di chi c’era. Ricordi antichi che son diventata storia e leggenda. Anche a Salso tanto, tanto tempo fa, il mondo cadde addosso ai suoi abitanti.
La storia di Salse Majore e Fidentia Julia
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A quel tempo Salse Majore e Fidentia Julia erano parti di un unico territorio. In Italia vivevano circa sei milioni di persone, pochissime e stremate da pestilenze guerre e carestie. L’impero romano ormai diviso e decaduto lasciava traccia di sè nei potenti che si sbranavano tra loro, per ottenere il predominio su cumuli di macerie.
Da luoghi lontani arrivavano in continuazione popoli armati. Chissà cosa pensavano di trovare in quell’Italia di allora. Solitamente, infatti, rimanevano giusto il tempo per depredare qualcosa e poi andavano a stabilirsi altrove. La gente non se la passava bene da nessuna parte e per tutti doveva esser difficile arrivare non tanto alla fine del mese, ma almeno alla fine della giornata.
In alcuni luoghi sembrava però esserci più opportunità. La zona attorno a Salso e Fidenza era relativamente fortunata. Con colline ricche di boschi e torrenti, pesci e selvaggina, qualche campo da coltivare e, in caso di pericolo qualche anfratto in cui nascondersi. Non mancava nemmeno la pietra buona, da trasformare in mattoni. Ma soprattutto non mancava il sale, la più grande ricchezza dell’umanità che solo da pochi decenni ha ceduto il passo al petrolio. Nel complesso un pochino di speranza qui c’era un po’ per tutti.
Poi venne il terremoto
Scipione, un castello dalle origini antichissime (LEGGI)
“[…] In ogni banda et loghi moltissima copia di homini et done et ragatii et bestie dovettero morire […] anche i nostri fiumi et tutti i potii e potiangre dell’acqua salifera restarono pieni di sassi e terra […] et un tale disastro cagiono’ maximo danno a tutti i nostri homini et ad altri visini et lontani castella et terre et ville […]”. Così ricorda la catastrofe un’antica memoria.
Cambiò la geografia, morirono tante persone e sparirono le acque salse, pozzi, sorgenti. Niente, tutto sparito, tutto inghiottito. Nel 589 d.C. Salse Majore aveva cessato di esistere. La ricchezza degli antichi popoli liguri, etruschi e romani era ormai irraggiungibile. Tutto il territorio era stato colpito. L‘economia distrutta e Salso solo un luogo pieno di miseria.
Come si sa quando le cose van male possono andar sempre peggio. Infatti da lì a poco arrivarono i longobardi, che non avevano alcuna intenzione di andarsene. Tra i primi luoghi che conquistarono ci furono queste terre. Il luogo dove oggi sorge il Castello di Scipione nel 636 d.C. fu chiamato “Castello Berteradi” e di fianco ad esso fu tracciata una strada che provenendo da Alseno andava verso Valmozzola in direzione Varsi.
Quella strada era confine tra i ducati longobardi di Parma e Piacenza. “Salso senza sale” apparteneva a Piacenza. Fu terra di confine e coinvolta in guerre e tragedie per lunghi anni.
Fidenza ridotta alle poche misere capanne di cui l’archeologia ha dato testimonianza
Di male in peggio, ma la storia va avanti. Longobardi e italiani poco alla volta cominciano a collaborare mentre qui a Salso nessuno ha dimenticato che sottoterra c’è ancora la ricchezza. Qualcuno ha continuato a scavare sperando di rintracciare le preziose acque. Finalmente nel 789 d.C., con tanta fatica e pochi mezzi, i preziosi pozzi rimasti sepolti da tanti anni vengono ritrovati.
La tradizione tramanda che il luogo della scoperta fu nell’attuale piazza Cesare Battisti, detta anche Piazza della Brugnola, ad opera di un gruppo di persone di cui vengono tramandati anche i nomi: Salustiano, Vitaliano, Sevarino, Protasino, Antonino, Donino, Giovannino, Piero, Albertino, Angiraldino e Paolino.
Purtroppo non esiste monumento, targa o minimo ricordo dedicato a quegli avvenimenti. Tutto è affidato alla tradizione orale e alla trascrizione di una memoria del XVI secolo, il cui originale è andato perduto. Peccato, in fondo la storia moderna di Salsomaggiore inizia proprio da quelle persone che seppero risollevarsi dai danni di un forte terremoto.
Pochi anni dopo un documento di Carlo Magno è già lì ad attestare che Salse Majore è tornata e presto tutti ne vorranno un pezzetto. È anche vero che ci vollero due secoli per risollevarsi, ma a quel tempo la gente non sapeva ne leggere ne scrivere e per scavare usava solo braccia e vanghe.
È meglio chiudere qui il racconto, senza cedere all’amarezza, unendo la storia antica in un forte abbraccio di solidarietà e speranza per chi oggi abita l’Italia centrale e riuscirà, con l’aiuto di tutti, a ritrovare la terra di arte e cultura di cui sentiamo già la mancanza.
Bibliografia e fonti:
Le campagne di Piacenza tra VII e IX secolo, Musina Giorgia
Da piccolo borgo a città termale, Avanzini Nando
Storia di Fidenza, don Amos Aimi
Archivio Associazione Cartoline da Salsomaggiore