Residenze per anziani di Parma: prenotazioni per le visite e niente abbracci
A partire da questa settimana sono riprese le visite nelle RSA gestite da Ad Personam, Azienda dei servizi alla persona del Comune di Parma. Dopo oltre tre mesi di chiusura delle strutture per anzini, causa emergenza sanitaria in conseguenza della pandemia da nuovo coronavirus, è stato fissato un protocollo in attuazione della deliberazione della Giunta Regionale del 12 giugno scorso. Per ora, le visite saranno concesse su prenotazione: un’addetta munita di elenco dei familiari prenderà contatto con i diretti interessati annotando data e orario di visita su un apposito registro che verrà conservato per 30 giorni. Il principio di cautela governerà questa delicata fase, in cui l’imperativo sarà quello di mettere in atto tutte le precauzioni necessarie per salvaguardare la salute degli ospiti.
“Abbiamo già fissato i primi appuntamenti – spiega Domenico Sgromo, Coordinatore della CRA “I Tigli” di Piazzale Fiume -, attuando un protocollo che prevede tre possibilità: incontri all’aperto, incontri al coperto e incontri al letto. I turni di visita saranno scanditi in due fasce d’orario, al mattino dalle 10 alle 11.30, mentre al pomeriggio dalle 16 alle 17. Abbiamo scelto questi orari dettati dalla necessità di non sguarnire i reparti e per venire incontro alle esigenze di tutti, soprattutto quelle lavorative“. Per gli incontri all’aperto sono stati allestiti tavoli e seggiole da giardino, e disposto le sedute in modo da rispettare il distanziamento fisico di un metro. Ogni postazione verrà sanificata prima e dopo ogni incontro e sarà messo a disposizione per ognuna l’idrogel.
I criteri di visita
Le responsabili delle attività assistenziali prepareranno l’elenco delle persone da contattare tenendo conto di vari parametri: frequenza delle video chiamate nel periodo di lock down, condizioni di terminalità, richieste di incontro ricevute dai familiari, richieste di incontro espresse dagli ospiti. Sarà concessa la visita di un solo familiare per ospite, tranne in casi eccezionali per cui ci assumiamo la responsabilità di modalità d’incontro differenti. Un altro criterio sarà quello di favorire gli incontri delle persone che per motivi logistici non hanno potuto far ritorno in Italia, perché bloccati all’estero dalla chiusura delle frontiere.
Le visite dureranno al massimo 30 minuti, per permettere al personale di sanificare le varie postazioni da una visita all’altra. “A livello di organizzazione interna – fa sapere Sgromo – in questa prima settimana, possiamo garantire 6 visite al mattino e 3 al pomeriggio. Abbiamo la necessità da una parte di mantenere isolati il più possibile i vari nuclei, dall’altra di fare un modo che i percorsi tra ospiti e familiari non si intreccino. Questa settimana ci servirà per prendere confidenza con le misure adottate e verificarne l’efficacia. Per ulteriori flessibilità dovremo aspettare le deliberazioni regionali”.
Nei casi in cui risulti sconveniente l’alzata dal letto dell’ospite, il protocollo prevede comunque la possibilità di visita. “Per i casi di terminalità e dove sia impossibile spostare l’ospite – specifica il Coordinatore – diamo la possibilità al familiare, dotato dei dpi necessari ed indicati, di effettuare la visita al letto, in particolare in camere singole. Qualora le camere siano doppie si organizza la visita in modo tale da fare uscire l’altra persona, così da poter allestire anche una certa forma di intimità“.
Sì ai regali, no agli abbracci
Ospiti e familiari, in questa fase in cui cautela e prevenzione sono le parole d’oridne, purtroppo non potranno né baciarsi né abbracciarsi. Mentre i regali saranno concessi concordando tipologia e modalità con i coordinatori. “Ci rendiamo conto delle forti limitazioni – ammette Sgromo -, la parte triste di questi momenti è data dall’impossibilità di abbracciarsi e dalla presenza di un operatore a sorvegliare. Ci sentiamo degli intrusi, perché non dovremmo partecipare a questi momenti, però purtroppo è necessario far rispettare le regole per evitare nuovi possibili contagi. Devo dire tuttavia che le regole sono state perfettamente recepite sia dagli ospiti sia dai familiari e questo è molto bello“.
Per qualche tempo sarà necessario andare avanti con queste modalità. Anche se per gli operatori è dura, molti di fronte ad un gesto di affetto vorrebbero girarsi dall’altra parte. Anche se non è possibile. “In questi primi giorni è andato tutto bene – conclude il Dott. Domenico Sgromo -, ci tengo a ringraziare operatori, infermieri e animatrici, che durante questi mesi hanno svolto un lavoro immane. Tutti si sono messi a disposizione svolgendo doppi e tripli turni per salvaguardare degli ospiti. Siamo molto provati, ma abbiamo versato anche tante lacrime di commozione e tante emozioni, di quelle che fanno bene all’anima e alla salute“.