Lupo, la nuova normativa sul suo status: ipotesi o realtà?
Qualche chiarimento in merito alla nuova normativa europea che ha come protagonista il lupo
È stata appena approvata una nuova normativa dell’Unione Europea che prevede il passaggio dello status del lupo da specie “rigorosamente protetta” a semplicemente “protetta”: è successo durante la riunione annuale del Comitato Permanente per la Convenzione di Berna, ma in realtà quello che in molti credono essere un provvedimento definitivo dovrà aspettare alcuni mesi per averne conferma o meno.
Il lupo da ieri a oggi: la Direttiva ‘Habitat’
Il lupo, tutelato principalmente dalla Convenzione di Berna e dalla Direttiva ‘Habitat’ 92/43/CEE, sulla base di quest’ultima rientra tra le specie particolarmente protette, ossia quelle per cui è prevista una tutela anche sovranazionale e sono severamente vietate azioni dannose e deleterie come cattura e abbattimento, punite anche con sanzioni penali. Con l’eventuale attuazione del nuovo provvedimento il lupo perderebbe, quindi, la tutela rigorosa riservatagli fino a questo momento, rischiando, nei casi più complessi, anche l’uccisione o il prelievo.
Da circa 20 anni a questa parte il numero dei lupi presenti sul territorio europeo è aumentato esponenzialmente, il che comporta due riflessioni: la prima riguarda il successo così ottenuto in termini di biodiversità e conservazione delle specie, mentre una seconda riflessione si sviluppa in termini di un insieme di malcontenti avuti da parte della popolazione, dovuti prevalentemente ai danni causati al loro bestiame.
Il monitoraggio nazionale: l’ISPRA
L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) nel 2021 ha realizzato il primo monitoraggio nazionale sul lupo in Italia, puntando a stimare il numero della specie presenti sul territorio e le aree di riferimento. Pur essendo stata già precedentemente notata la loro forte presenta nel nostro Paese, non si era ancora avuta una documentazione effettiva della questione, con un monitoraggio vero e proprio. Per questo motivo l’ISPRA ha deciso di realizzarlo, valutando lo status della conservazione della specie e l’efficacia della gestione che si era avuta fino a quel momento. Le ricerche hanno suddiviso la presenza dei lupi per regioni, in particolare alpine e peninsulari, e i risultati ottenuti hanno stimato che la loro popolazione in Italia fosse pari a 3.307 individui.
La nuova normativa: pro o contro?
Sin dalla notizia dell’approvazione della normativa, i pareri, di esperti e non, sono stati parecchio discordanti: se da un lato l’approvazione potrebbe avere come effetto positivo una gestione più efficace della presenza dei lupi e della loro convivenza con l’essere umano, dall’altro potrebbe, invece, mettere maggiormente a rischio lo stato di conservazione della fauna selvatica.
Entrando più nel vivo delle opinioni, nel novembre del 2022, in territorio parmigiano, il presidente della provincia Andrea Massari aveva richiesto l’intervento urgente della Regione, per ottenere un miglior coordinamento del “piano lupo” ed evitare di creare ulteriori preoccupazioni nella cittadinanza: l’urgenza era scattata a seguito di diversi episodi che avevano visto i lupi predare intere greggi o arrecare danno ad animali domestici.
Luigi Boitani, invece, uno dei massimi esperti mondiali del lupo, si mostra abbastanza scettico nei confronti della decisione europea, considerandola come quasi del tutto dettata dalla politica e, soprattutto, tenendo a sottolineare che l’intero provvedimento è figlio del tempo, quindi si scandirà nel giro dei prossimi mesi, se non anni (si rimanda alla sua intervista per approfondirne meglio il pensiero).
Associazioni, poi, come Legambiente e WWF (che ci ha rilasciato anche un’intervista in merito) hanno immediatamente fatto presente il loro dissenso per la direttiva, ritenendo che vada a privare fortemente il lupo di un’adeguata protezione; sottolineano, infatti, che così facendo si annullerebbe il successo ottenuto dall’Europa per quanto riguarda la conservazione della fauna selvatica, soprattutto considerato il fatto che l’animale ha rischiato l’estinzione per un certo periodo di tempo.
Quello che è assodato è che per avere maggiori certezze sull’attuazione o meno del provvedimento bisognerà tenere conto dell’insieme di questi fattori e aspettare svariato tempo.