Il Nocino, fra leggenda e tradizioni | RICETTA

“Vuoi un liquore?”, domanda la moglie al marito, appena terminata la cena. “Dammi un nocino”, risponde l’uomo. Potrebbe essere questa una conversazione tipo di una famiglia parmigiana.

Vuoi un liquore?“, domanda la moglie al marito, appena terminata la cena. “Dammi un nocino“, risponde l’uomo. Potrebbe essere questa una conversazione tipo di una famiglia parmigiana. Il Nocino è, nella mentalità e nella tradizione parmigiana, più di un liquore o di un infuso alcolico. Dire Nocino è dare un’identità precisa, specificare la necessità di volere proprio quello, tra tanti. Come a rafforzare le proprie radici, ad erigerlo tra i migliori.

Già, perchè se ogni luogo ha una sua identità costruita tra leggenda e tradizione, allora il Nocino è una parte fondamentale della storia del nostro territorio, in particolare di quello di Noceto. Un’essenza unica, un infuso di noci acerbe, che caratterizza il Paese della Val Taro. Le origini del liquore sembrano risalire agli antichi romani: c’è chi lo fa risalire al 55 a.C. quando i Romani insediati nella Val Taro lo iniziarono a produrre e chi, invece, lo data all’epoca di Marco Emilio Lepido quando le popolazioni romane diedero il nome di “Noxetum” all’insediamento sulla sponda sinistra del Taro, dove abbondavano le piante di noci.

Altre leggende lo fanno nascere all’interno della Rocca di Noceto

Nel panorama leggendario e del mondo delle tradizioni c’è anche chi sostiene che il Nocino sia stato ideato e prodotto per la prima dentro le mura della Rocca da un soldato di ventura alle dipendenze dei Signori di Noceto. L’uomo preparò l’infuso per un cavaliere desideroso di conquistare il cuore di una nobile dama. Un’altra probabile fonte afferma che l’infuso sia nato per curare le malattie: il suo sapore è piaciuto così tanto che non si è mai smesso di produrlo.

Ci sono, però, alcune regole precise per produrre il nocino. “...una mano femmminile, a piedi scalzi, dovrebbe raccogliere le noci nella notte di San Giovanni; il frutto poi dovrebbe essere tagliato con una lama di noce e non di ferro…“. Altri sostengono che la data esatta per la raccolta delle noci sia il 21 giugno, durante la Notte del Solstizio: una sorta di momento magico in cui le erbe officinali, perfino quelle utilizzate per incantesimi e sortilegi, sarebbero al meglio delle loro potenzialità.

Un marchio registrato

Il marchio “Nocino di Noceto” è stato registrato e riconosciuto dalla Regione Emilia Romagna come prodotto tradizionale e la Camera di Commercio di Parma offre  il proprio patrocinio al concorso che si tiene annualmente e collabora con l’Amministrazione comunale per riconoscere il nocino a livello nazionale.

Ingredienti:

  • 1 litro di alcool puro a 95 gradi
  • 24 noci verdi
  • 6 chiodi di garofano
  • 3 scorzette di limone
  • 400 ml di acqua minerale naturale
  • 15 cm circa di stecca di cannella
  • 500 grammi di zucchero semolato

Procedimento:

Lavare bene le noci e asciugarle. Tagliare le noci in quattro parti. Metterle in un vaso di vetro capiente, aggiungere la cannella, i chiodi di garofano, le scorzette di limone ed l’alcool puro. Chiudere il barattolo e mettetelo in un luogo soleggiato per almeno 45 giorni agitandolo un paio di volte al giorno. Trascorsi i 45 giorni mettere l’acqua e lo zucchero in un tegame e fare sciogliere a fiamma bassa lo zucchero nell’acqua. Filtrare con un colino a doppia maglia l’alcool con le noci e le spezie e aggiungerlo all’alcool filtrato. Imbottigliarlo e lasciarlo riposare fino a Natale in un posto senza luce. Servire a temperatura ambiente oppure freddo di frigorifero.

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