Due mesi di monopattini a Parma: focus sul servizio di sharing | INCHIESTA
Monopattini, quale futuro? Ce lo siamo domandati, in un lavoro a più mani, in questo…
Monopattini, quale futuro? Ce lo siamo domandati, in un lavoro a più mani, in questo articolo che vuole mettere in luce punti critici, ma anche punti favorevoli dell’utilizzo dei monopattini a Parma. Un servizio che l’Amministrazione Comunale ha introdotto lo scorso settembre e che, in questi primi mesi, ha destato qualche polemica. Ciò che lascia “perplessi” i parmigiani è più che altro l’uso che ne viene fatto dalle giovani generazioni: millenials che li prendono a noleggio senza rispettare le regole, salendoci – spesso – in più di una persona. D’altra parte il monopattino potrebbe anche avere uno sviluppo totalmente diverso, che era poi quello prospettato dall’Amministrazione al momento dell’acquisto e dell’introduzione: una svolta sostenibile, un mezzo green e flessibile, alternativo all’auto privata, una soluzione intelligente e a basso impatto ambientale. L’esperimento è, ovviamente, ancora in corso e – ce lo auguriamo – passata la “moda” del momento, probabilmente l’uso diverrà più consapevole e in certi casi, anche più “civile”.
Dati sull’uso e testimonianze
La nostra redazione ha effettuato nelle scorse settimane un sondaggio per testare l’opinione dei parmigiani in merito al servizio di noleggio dei monopattini, che il Comune di Parma ha messo a disposizione dei cittadini. Su un totale di 300 persone intervistate il 69,9% ha dichiarato di non avere mai utilizzato il servizio di noleggio dei monopattini e di non avere intenzione di provarlo; una quota pressoché simile – pari al 13% – si divide tra chi li ha usati nel tempo libero e chi non li ha ancora usati ma ha intenzione di provarli; mentre solo il restante 11% li utilizza già nel tragitto casa-lavoro. Una buona fetta di parmigiani, pari al 34,9%, pensa che l’acquisto da parte del Comune sia utile, ma non indispensabile; mentre il 17% lo ritiene fondamentale per incentivare la mobilità sostenibile. Sulla sicurezza stradale, oltre il 70% dei parmigiani ritiene che si tratti di un mezzo di trasporto non sicuro, con un uso non regolamentato che potrebbe generare maggiori incidenti. Anche sull’organizzazione dei servizi di noleggio i parmigiani sono – al momento – perplessi: il 77% ha infatti valutato negativamente il fatto che i mezzi siano lasciati in giro per la città. Tra coloro che hanno utilizzato il monopattino nel tempo libero o per spostamenti casa-lavoro, infine, il 6,2% ritiene che il prezzo del noleggio sia giusto e il servizio comodo e veloce; mentre il 19,2% lo ritiene troppo caro. Solo l’1% ha avuto difficoltà nell’utilizzo dell’app.
Tra chi ha scelto di utilizzare il monopattino per gli spostamenti casa-lavoro c’è Massimo: “Solitamente mi muovevo in auto o in bicicletta, il tragitto casa lavoro è di circa 5 km, un percorso che si allunga fino ad un massimo di 6 km se includo la spesa“. La decisione di provare ad utilizzare il monopattino è stata presa nell’ultimo periodo, valutando i pro i contro: “Mi trovo bene. Il monopattino è divertente da usare, posso anche portarmelo in ufficio. Certo, la viabilità dovrebbe essere un po’ rivista per far sì che questo mezzo di trasporto sia veramente funzionale: le ruote piccole costringono a procedere a zig-zag per evitare tombini e buche e le piste ciclabili sono inutilizzabili per i frequenti su e giù mal collimati“.
Funzionamento del servizio: le tre società di noleggio sul territorio comunale
Il servizio è gestito da tre società private che si sono aggiudicate il bando di gara pubblicato da Infomobility, su incarico del Comune di Parma: Bit Mobility srl, Helbiz Italia srl, Wind Mobility GmbH – Italia. Per utilizzare i monopattini di queste aziende è necessario scaricare un’applicazione, registrarsi per poter accedere al proprio account personale e sbloccare il servizio. L’utente può cercare il monopattino più vicino tramite una mappa e scannerizzarlo con il QR-Code presente sul mezzo. Per terminare il noleggio è necessario parcheggiare il mezzo in modo che non intralci la normale mobilità cittadina: accostandolo al muro del marciapiede, sfruttando gli appoggi naturali offerti dalla città, oppure in prossimità di rastrelliere o negli spazi per i ciclomotori.
Sul sito di Bit si trovano, inoltre, delle informazioni sulle zone in cui è possibile servirsi di questi mezzi: all’interno delle isole pedonali, nelle zone con limite di velocità fissato a 30Km/h e nelle corsie ciclabili. La mappa mostra zone colorate in modo diverso: le zone blu sono quelle che mostrano le aree entro le quali il servizio è abilitato e sono aree estese che comprendono intere città; le zone gialle sono quelle che prevedono una velocità massima del monopattino di 6km/h e se un monopattino Bit entra in queste aree, la velocità di marcia verrà ridotta automaticamente; le zone rosse sono quelle in cui non è consentito parcheggiare e non sarà possibile terminare il noleggio; le zone viola sono quelle che mettono insieme le caratteristiche delle aree gialle e rosse. In queste zone, infatti non si può parcheggiare e il limite di velocità massimo è di 6km/.
La tariffa standard, per tutte e tre le aziende, prevede un costo di 1 euro per ogni sblocco, 0,15€ al minuto mentre si è in movimento; mentre Bit prevede anche un costo di 0,05€ al minuto se si mette in pausa il monopattino, senza terminare il noleggio. Bit Mobility propone diversi abbonamenti: giornaliero a 3,99 euro, settimanale a 10,99 euro, mensile a 24,99 euro, con sblocchi e minuti di viaggio diversi per ogni offerta. Helbiz prevede una tariffa flat Unlimited al costo di 29,99 euro al mese, che permette di effettuare un numero di corse giornaliere illimitato della durata di 30 minuti (a distanza di almeno 20 minuti l’una dall’altra) e l’accesso al servizio anche da Telepass Pay con 30 minuti di corse gratuite. Infine, Wind Mobility permette di acquistare un pass giornaliero a 4,99 euro e un pass mensile a 49 euro.
Le nuove regole del Codice della Strada e le sanzioni
Lo scorso marzo il Ministero dell’Interno ha introdotto nuove norme al Codice della Strada per regolare la circolazione dei monopattini e per equiparare la stessa alle norme che regolano la circolazione dei velocipedi. In particolare, si legge nella circolare del Ministero, che i monopattini elettrici non devono superare il limite dei 25 km/h su strada e dei 6 km/h su area pedonale. A ciò si aggiunge anche la necessità di essere dotati di un segnalatore acustico e – dalla mezz’ora successiva al tramonto – l’equipaggiamento con luci bianche o gialle anteriori e rosse posteriori. Per poterli utilizzare, infine, serve aver compiuto 14 anni e – fino a che non si compiono i 18 anni – deve essere utilizzato il casco. Non possono, inoltre (norma che, a Parma, non è propriamente rispettata), essere utilizzati da due persone contemporaneamente, ne tantomeno trasportare oggetti o animali. Qualora le regole non vengano rispettate è prevista una sanzione che può andare dai 100 ai 400 euro.
Monopattini parcheggiati sui posti per disabili; Anmic: “Sempre lo stesso problema”
È polemica dopo che alcuni monopattini elettrici sono stati trovati parcheggiati in posti destinati ai disabili. Il fatto è soltanto parte di un problema più vasto, quello della mancanza di senso civico e di educazione dei cittadini, come osserva Anmic. L’associazione dichiara infatti di ricevere moltissime segnalazioni, anche fotografiche, da associati e famiglie: “Quando succede, ci arrabbiamo molto e purtroppo sta succedendo troppo spesso“.
“Il problema non è quindi nuovo, ma è sempre lo stesso: vale per i parcheggi abusivi sulle righe gialle riservate, per le auto, le bici e i motorini lasciati sui marciapiedi. Maleducazione e inciviltà, però, non si battono stando fermi e negando il futuro”, spiega Anmic. “Quindi non diciamo no ai monopattini, ma è inevitabile che si debba lavorare su un uso consapevole, senza dimenticare controlli e multe a chi non rispetta il codice della strada. Speriamo che il tempo aiuti, nel senso che tra un po’, passata la novità e la moda, rimarranno solo gli utilizzatori consapevoli“.
In conclusione, sostiene infine Anmic, “l’associazione non può far altro che sostenere scelte ecologiche, perché le nostre carrozzine sono mezzi green per eccellenza“. Se il monopattino prende piede infatti, “significa meno auto e meno moto in strada, una mobilità più dolce e l’obbligo di tenere meglio strade e piste ciclabili; noi, con le nostre carrozzine e i nostri triride vivremmo la città più volentieri e magari con più possibilità, quando dobbiamo usare l’auto, di trovare i nostri parcheggi liberi“.
Tiziana Benassi, Assessore alla Mobilità sostenibile del Comune di Parma: “Soddisfatti dei numeri, ma le regole del codice della strada vanno rispettate”
Il Comune, dal canto suo, si ritiene soddisfatto dopo i primi mesi di utilizzo, che conta circa 3.300 utilizzi al giorno per una media di circa 2 km percorsi con il monopattino elettrico. Dati che l’Assessore alla Mobilità sostenibile, Tiziana Benassi, raggiunta telefonicamente dalla nostra Redazione, commenta positivamente: “Si tratta di numeri piuttosto buoni che, tolta la novità del momento, ci teniamo a verificare sul lungo periodo“. Ma se gli accessi al servizio soddisfano l’Aministrazione, non si può dire lo stesso per il rispetto del codice della strada, più volte infranto – in questi mesi – da chi utilizza il monopattino elettrico. “Non sono soddisfatta per quanto riguarda il rispetto del codice della strada da parte degli utenti del monopattino – ci ha spiegato –. Un comportamento su tutti, assolutamente da evitare, è l’utilizzo in due: non va bene, anche perché non sono mezzi omologati per questo tipo di fruizione“.
Chi ha risposto al nostro sondaggio ha dichiarato di non apprezzare assolutamente il parcheggio selvaggio del nuovo mezzo che circola sulle strade parmigiane. Infatti Tiziana Benassi tira le orecchie proprio agli utenti, anche se i parcheggi “sono migliorati, ma ancora non del tutto, e in alcune zone direi che avviene in modo non idoneo. Ci aspettiamo nel prossimo periodo un ulteriore miglioramento in termini di buon comportamento e di rispetto delle regole. Il parcheggio deve essere effettuato in modo conforme e in modo intelligente, rispettando le regole della strada come quando si parcheggia una bicicletta“.
Tuttavia, è doveroso ricordare che il sistema di sharing non funzionerebbe se i monopattini non fossero sparsi per la città, dal momento in cui di norma il mezzo deve essere posizionato a circa due/tre minuti dall’utente. “Se per trovare un monopattino devo girare per dieci minuti allora il sistema non funziona“, precisa l’Assessore alla Mobilità sostenibile. Proprio per questo, di sera alcuni dei 900 mezzi attualmente disponibili in città vengono riposizionati nel territorio per garantire una copertura uniforme in quelle aree che il Comune ha individuato come strategiche e nevralgiche per il funzionamento del servizio.
Attenzione alle sanzioni: controlli di Vigili urbani e Infomobility
Da quando è attivo il servizio, i controlli sono affidati sia ad Infomobility sia ai Vigili urbani: i primi verificano il corretto funzionamento dei mezzi, i secondi il rispetto delle regole. “I vigili – conferma Benassi -, sono costantemente in azione per monitorare la situazione e hanno già effettuato alcune sanzioni. Abbiamo anche due persone di Infomobility che si dedicano alle segnalazioni, anche perché immaginavamo che potessero esserci delle problematiche e di conseguenza vogliamo arrivare a capire quali sono quelle che si presentano più di frequente“. Una delle criticità maggiormente evidenziate è quella della rimozione dei mezzi parcheggiati in luoghi non idonei, per il quale è sufficiente contattare il numero verde indicato.
E a chi si lamenta del servizio per partito preso, l’assessore Tiziana Benassi risponde con grande diplomazia: “Chi abita in piccole/medie città non è abituato a questo tipo di concetto, cioè del mezzo condiviso e del servizio di sharing, credo che piano piano ci si abituerà anche alla presenza del monopattino e non sarà più un problema“.