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Laura ad Honorem ad Ancelotti, Pecchia: “Un grande riferimento”

Laura ad Honorem ad Ancelotti, Pecchia: "Un grande riferimento"

Credits Photo Parma Calcio

Ieri mattina all’Università di Parma Carlo Ancelotti, allenatore del Real Madrid, ha ricevuto la Laurea ad Honorem, durante la cerimonia di conferimento della Laurea Magistrale in Scienze e Tecniche delle attività motorie preventive e adattate. Un momento toccante ed emozionante, che ha colpito l’allenatore del Real Madrid fino alla commozione durante la lectio doctoralis.

Presente una delegazione del Parma Calcio, squadra di cui Ancelotti è stato calciatore prima e allenatore poi. Ad accoglierlo nell’auditorium Paganini c’erano l’MDS Roel Vaeyens, l’allenatore Fabio Pecchia, lo staff tecnico (CoppolaFerroneTroianielloVisconti) e l’area Performance & Analytics con il responsabile Mathieu Lacome e lo staff (MandorinoSalvoCorradiniMorabitoPlatoneBecagliConti). Con Vaeyens e Pecchia l’allenatore si è intrattenuto a parlare prima della cerimonia, qualche battuta, foto, abbracci e strette di mano. Fino alla consegna da parte del Managing Director Sport, Roel Vaeyens, che ha voluto omaggiare a nome del Club l’allenatore più vincente del mondo. Una maglia del Parma Calcio personalizzata con il numero 10, numero che sta a indicare la maglia con cui Carletto ha giocato con i nostri colori e che lo ha consacrato.

Ancelotti è sempre stato un grande punto di riferimento – afferma il mister crociato Fabio Pecchia – per il modo di gestire e di allenare. Ne è valsa la pena esserci. Una grande emozione e una gran bella cosa. Ancelotti è il massimo, non so se ne nascerà un altro per quello che ha fatto. E’ amato, per lui c’è un amore trasversale, è un riferimento per i giovani e per i vecchi allenatori, per me lo è sempre stato un riferimento. Come gestisce le sconfitte, quel suo equilibrio nella gestione fa di lui una grande persona e un grande allenatore. Studiare la Champions? Bisognerebbe stare molto tempo insieme a lui, al di là di come giocano le sue squadre, per vedere come gestisce e come organizza. E come riesce a stare e vincere a certi livelli, cambiando sempre tanti ambienti. Mi piace sottolineare che lui mi è sempre piaciuto come persona, non solo quando ha vinto ma anche dove ha avuto anni complicati, come alla Juventus, dando sempre la dimostrazione di serenità ed equilibrio”.