Quante volte abbiamo usato quest’espressione, ma ne conosciamo veramente il significato? Siamo andati a vedere cosa ci racconta l’Accademia della Crusca in merito all’espressione “In bocca al lupo”: ne sono uscite alcune curiosità che meritano di essere raccontate. Lo locuzione ha una funzione apotropaica – che non è una parolaccia – e quindi è in grado di allontanare gli scongiuri per la sua “carica di magia“. Del resto, quanto sa essere magico il lupo? La sua origine risale probabilmente ad un’antica formula di augurio rivolta per antifrasi ai cacciatori, alla quale si era soliti rispondere con “Crepi”, dove sottointeso era il lupo. La formula è stata poi utilizzata nel quotidiano, quando ci si trova in situazioni delicate e difficili.
E se questa è l’origine che tutti conosciamo, ci sono altre storie che hanno per protagonista il lupo. Nella tradizione medievale, ad esempio, il lupo appare come il pericolo in persona: un animale crudele, falso e insaziabile nella sua voracità che seminò la morte e il terrore tra gli pastori e cacciatori, diventando l’eroe di favole da Esopo a Cappuccetto Rosso. Poi c’è il lupo di Gubbio, la cui indole terrorizzava gli abitanti della città, fino a che San Francesco non lo fece diventare mansueto. Della visione quasi apocalittica del lupo e delle paure che egli incuteva per secoli agli abitanti dell’Europa, che fossero contadini viventi in mezzo alle foreste o viaggiatori costretti a spostarsi per strade infestate da lupi e banditi, permangono delle tracce in varie lingue europee sotto la forma di modi di dire e proverbi.
Nel 1612 il Vocabolario degli Accademici della Crusca definisce il lupo come ‘animal salvatico voracissimo‘, citando tra l’altro l’espressione ‘gridare al lupo‘ e proverbi quali ‘il lupo cangia il pelo ma non il vezzo‘ e ‘chi pecora si fa il lupo se la mangia‘. Nella sua terza edizione il Vocabolario riporta l’espressione ‘andare in bocca al lupo’ con il significato ‘andare nel potére del nimico, incontrare da sé il pericolo‘; ma anche nel significato più generico, ‘andare in bocca‘ definita come ‘andare in preda, restare nel potere‘ o ‘andare in bocca del diavolo.
L’immagine del lupo
Ne consegue l’immagine del lupo che oggi troviamo impressa nella lingua, in espressioni, modi di dire e proverbi, un’immagine che mette in luce le sue caratteristiche di animale. Ed ecco che il lupo diventa:
- pericoloso e violento: gridare al lupo; anche nelle minacce, specie rivolte ai bambini: il lupo ti mangia; guarda che viene il lupo!
- furbo e perseverante nel vizio: il lupo perde il pelo ma non il vizio
- spietato per chi è debole: Trovarsi come un agnello tra i lupi; Chi pecora si fa il lupo se la mangia
- fedele al suo branco: lupo non mangia lupo
- insaziabile, affamato: una fame da lupi, la fame caccia il lupo dal bosco
- spesso ridotto in cattive condizioni (con valore di intensità): tempo da lupi
Eppure, ultimamente, c’è anche chi sta provando a scardinare queste antiche tradizioni (superstizioni?) sul lupo. Negli ultimi anni è rimbalzata da molte parti, l’ipotesi che in realtà l’augurio “In bocca al lupo” si riferisca al fatto che le lupe prendano in bocca i propri cuccioli per spostarli senza rischi. Si intenderebbe quindi l’augurio di rimanere protetti e al sicuro come un cucciolo di lupo nella bocca della madre. E al più tradizionale ‘Crepi‘, preferiamo risponder ‘W il lupo, anzi la lupa“.