Il Teatro di Lenz premiato con il Sant’Ilario: “Non era previsto, ma è stato un grande piacere per tutti noi” | INTERVISTA

Lo scorso 13 gennaio 2022, nella stupenda cornice del Teatro Regio di Parma, la Fondazione Lenz – storica realtà teatrale parmigiana – ha ricevuto la civica benemerenza dedicata a Sant’Ilario, patrono della nostra città. Un momento speciale che rende omaggio alla poliedricità e alle forme di sperimentazione artistica e teatrale che Lenz ha portato avanti in oltre trent’anni di presenza sul territorio. Una presenza che ha saputo coinvolgere, grazie alla collaborazione con istituzioni e realtà sanitarie locali, anche attori con disabilità e sensibilità psichiatrica in un’ottica di inclusione sociale e teatro responsabile.

Abbiamo ripercorso storia, progetti ed emozioni di Lenz insieme al Presidente Esecutivo Francesco Pititto che, insieme a Maria Federica Maestri, ha ritirato la benemerenza sul palco del Regio. Ci ha raccontato anche come l’ultimo anno sia stato diverso, legato alle riaperture e alle chiusura a causa del Covid: un anno in cui ci si è dovuti reinventare e sperimentare nuove modalità non sempre facili per una dimensione partecipativa come quella del Lenz. Ma molto è stato fatto, nella storia della Fondazione; molto si sta facendo, nel presente e molto verrà alla luce, con i progetti del futuro.

Lenz è una realtà teatrale storica di Parma, che affronta tematiche di attualità e di riflessione nei suoi spettacoli. Come nasce la vostra idea di teatro e quali obiettivi vi siete posti in questi anni? 

Lenz Fondazione dal 2014 raccoglie l’eredità di Lenz Rifrazioni e Natura Dèi Teatri continuandone con identico rigore l’azione di ricerca, creazione, formazione, ospitalità internazionale nell’ambito delle performing arts e della sensibilità. Nel 2016 Università di Parma e Comune di Parma ne diventano soci sostenitori. Nel 2017 Lenz Teatro viene acquisito dal Comune di Parma. Al centro della ricerca drammaturgica vi sono autori le cui opere teatrali e musicali sono considerate fondative della letteratura occidentale: Büchner, Hölderlin, Lenz, Kleist, Dostoevskij, Majakovskij, Shakespeare, Goethe, Grimm, Andersen, Calderón de la Barca, Genet, Lorca, Bacchini, Ovidio, Virgilio, Manzoni, Ariosto, Dante, Verdi. Lo studio dei testi originali, l’eccezionalità degli interpreti, l’attenzione alle tecnologie e ai linguaggi del contemporaneo (visual set, installazione site-specific, sound design, costume design) caratterizzano la qualità multidisciplinare. Nei progetti di Lenz – si rivelano tensioni umane, filosofiche e politiche dell’occidente – il dialogo creativo tra attori sensibili (disabili, anziani, bambini, detenuti, tossicodipendenti) e artisti professionisti mira ad una ridefinizione antropologica del linguaggio teatrale.

La trasposizione delle opere avviene, oltre che a Lenz Teatro, in contesti non convenzionali rivelando la necessità di rileggere gli spazi con gli strumenti della contemporaneità. Negli ultimi anni: Pilotta, Museo Guatelli, Padiglione Rasori, Tempio di Valera, ex-Carcere napoleonico di San Francesco, Ex-Ospedale Vecchio, Ponte Nord, Abbazia di Valserena. Lenz è un’officina creativa aperta al dialogo internazionale nella promozione dei propri progetti all’estero, ospiti di rassegne e festival dedicati ai linguaggi performativi e nell’ideazione e cura del Festival Natura Dèi Teatri, che accoglie artisti internazionali in residenza creativa.

Avete da poco ricevuto la medaglia del Premio Sant’Ilario, per i vostri trent’anni di attività: cosa si prova a ricevere un riconoscimento così importante? Ve lo aspettavate? 

No, non era previsto, però è stato un grande piacere per tutti noi. Lo abbiamo dedicato subito a Rocco Caccavari nostro presidente onorario scomparso l’anno scorso, instancabile propulsore di utopie e fautore di rivoluzioni possibili, scienziato dall’animo umano impegnato sui grandi temi sensibili e inclusivi del nostro tempo. Lenz Fondazione è grata alla Città per questo ulteriore riconoscimento che è dedicato a tutte le artiste e artisti, curatrici e collaboratrici, allieve e allievi, studiose e studiosi, spettatrici e spettatori, istituzioni pubbliche e private che insieme a noi hanno fatto esperienza di questo arduo ma entusiasmante cammino di teatro, sempre a ricercare nel profondo verità e complessità dell’agire artistico.

Tutto l’ambiente artistico, compreso quello della produzione teatrale, viene da un periodo molto difficile, in cui le sale sono state chiuse per molto tempo e gli ingressi sono stati dimezzati per contenere il contagio. I sussidi forniti dal governo sono stati sufficienti per riprendere la vostra attività? Avreste avuto bisogno di un altro tipo ti aiuto economico?

Abbiamo risposto lavorando senza sosta nel 2020, predisponendo Lenz Teatro alla totale sicurezza come indicato dalle norme, e rilevando grande partecipazione sia alla presentazione dal vivo degli assoli, sia alla fruizione visuale di Mondi nuovi, una installazione di numerosi monitor dedicati, ognuno, ad un singolo spettatore. Poi abbiamo richiuso e continuato a lavorare alla sistemazione dell’imponente archivio di scritti e immagini di Lenz, in oltre trent’anni di lavoro. Abbiamo vinto il bando del Ministero degli Esteri e della Cooperazione internazionale per la realizzazione di un video – La Creazione – che sta circuitando sul canale video del Ministero e in tutti gli Istituti culturali italiani nel mondo. Poi abbiamo riaperto, presentato in site-specific monumentale “La vita è sogno” all’Abbazia di Valserena, il nostro progetto per Parma Capitale 20+21, gli assoli calderoniani al Teatro Farnese di Parma e alla Biennale Teatro di Venezia 2021. Il sostegno da parte degli enti istituzionali ha, in parte, permesso la realizzazione dei progetti e il lavoro, senza cassa integrazione, dei diversi collaboratori della Fondazione. 

Quali progetti avete per i prossimi mesi? Non solo in termini di spettacoli, ma anche con laboratori e attività

UMANO TROPPO UMANO è il titolo della stagione teatrale che Lenz articolerà da marzo a novembre 2022, composta da una pluralità di proposte performative e culturali, che aprono alla fruizione pubblica gli spazi post-industriali di Lenz Teatro, sede storica della compagnia, ubicata in via Pasubio, a Parma, in un ex quartiere periferico e popolare oggetto di intensi interventi di riqualificazione urbanistica nel corso degli ultimi anni. Qui le vestigia di un passato industriale di cui sopravvivono isolate sezioni di importante valore archeologico convivono con innovative sperimentazioni architettoniche contemporanee, disegnando un paesaggio urbano ed uno spazio pubblico dal profilo surreale. Oltre alle nuove produzioni La Creazione e Numeri, gli spettacoli in ripresa nel 2022 saranno tematicamente legati al concetto di sacro, fulcro del progetto triennale 2022-2024: il trittico Orestea; il dittico sul sacrificio delle innocenti Iphigenia in Aulide e Iphigenia in Tauride; gli echi shakespeariani di Hamlet Solo e Macbeth; i componimenti mistici de L’impronta di un Dio, Adelchi, Catherina von Siena; le teologie barocche di Calderón de la Barca con Altro stato, Flowers like stars? e Hipògrifo violento.

Oltre alle produzioni teatrali, Lenz ha attivato numerosi laboratori pluriennali di formazione e sensibilizzazione teatrale per allievi abili o/e con disabilità, punte di esperienza pedagogica per i nuovi modelli di didattica teatrale (Laboratorio Autismo, Laboratorio Permanente Disabili Psichici, Laboratorio SerDP e SertDP Adolescenti, Laboratorio REMS ex OPG, Laboratorio Neuropsichiatria Infantile, Laboratorio Attore Base e Avanzato, Laboratorio Visual e Sound, Laboratorio sensibilizzazione scenica per musicisti e cantanti). Tra le azioni di public engagement volte a diffondere la cultura teatrale nella comunità, Lenz realizza dal 2019 il progetto Visioni, rivolto ai gruppi di automutuoaiuto del territorio, al fine di incrementare l’accessibilità della semantica del contemporaneo e fornire a potenziali nuovi spettatori con sensibilità psichica gli strumenti interpretativi necessari, riflettendo su una definizione più operativa di linguaggi equi ed inclusivi.

Dal vostro punto di vista, in che modo i teatri di Parma e le loro attività culturali hanno influito nella nomina di Parma a capitale della Cultura nel 2020 (e proseguita nel 2021)? Dal punto di vista della programmazione degli spettacoli, si sarebbe potuto fare di più in questi ultimi due anni?

Sono stati due anni molto difficili, chiudere e riaprire e poi richiudere ci ha insegnato un diverso metodo di lavoro, l’importanza della diffusione per dati virtuali, lo streaming, l’archivio del grande patrimonio testuale e visivo che avevamo conservato in più di trent’anni di produzione artistica, probabilmente un teatro di ricerca e sperimentazione, come Lenz, ha favorito una situazione di continuità di pensiero e riflessione, anche negli intermezzi di riapertura e presentazione live dei lavori, in questi momenti abbiamo verificato una crescita di spettatori in termini numerici e di partecipazione attiva. Occorre sottolineare che il nostro è un teatro partecipato, di studio e fruizione attiva, non di spettacolo come normalmente inteso. Per la programmazione complessiva penso che gli eventi di Parma Capitale, un programma variegato e per tutti i cittadini, sia stato all’altezza delle aspettative stante la  situazione difficile tutt’ora in corso.

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