Il pinguino, eleganza ed eterna fedeltà in frac
Il nome esatto della famiglia dei pinguini è Spheniscidae: sono uccelli non capaci di volare,…
Il nobile volatile dei ghiacci: buffo e tenero animale a rischio estinzione
Il nome esatto della famiglia dei pinguini è Spheniscidae: sono uccelli non capaci di volare, abilissimi nuotatori, teneri e socievoli, ma minacciati dai cambiamenti climatici che rischiano di spazzarli via per sempre dal Pianeta Terra. I pinguini sono uccelli acquatici: pur essendo uccelli infatti, non sono in grado di alzarsi in volo, ma riescono a compensare questa loro mancanza con una perfetta competenza nelle acque. I pinguini infatti, grazie alla loro forma idrodinamica e le loro ali trasformate in pinne, riescono a immergersi fino in profondità per procurarsi cibo e sono ottimi nuotatori fin da piccoli. Sono diverse le specie di pinguini presenti sul pianeta, i biologi ne contano 17 al momento, e vivono tutte nell’emisfero australe.
Certamente il più conosciuto è il Pinguino Imperatore che vive in Antartide: il più grande e più pesante tra i pinguini, che può superare un metro e 20 di altezza e arrivare a 40 kg, riconoscibile dalle macchie giallo brillante a livello delle orecchie e dal frac indossato con eleganza. Si ciba principalmente di pesci e crostacei e come la maggior parte dei volatili è socievole: vivono in colonie e coordinano insieme le immersioni e le risalite in superficie; insieme compiono inoltre lunghe migrazioni e sono caratterizzati da una vera e propria “vita di coppia”: entrambi i sessi infatti covano l’uovo e i membri della famiglia si chiamano tra loro con uno specifico grido.
Tra tenerezza e goffaggine: i cuccioli di pinguino
Sicuramente avrete visto foto e video di piccoli pulcini di pinguino gonfi per ripararsi dal freddo, con i fiocchi di neve sulle punte dei peli (o piume?) e riparati da mamma o papà. Ed è vero: come quasi ogni cucciolo di animale anche il piccolo pinguino è irresistibile. Il loro piumaggio – perché sì, sono ricoperti da fitte piume che possono sembrare peli – è molto resistente, idrorepellente e dotato della capacità di mantenere costante la temperatura, proteggendo il corpo dagli sbalzi termici: si pensi ad esempio che al Polo Sud la temperatura scende fino a -60°. Il loro segreto? Tra le pinne hanno minuscoli pori, capaci di intrappolare l’aria, e inoltre si cospargono di un olio con proprietà antigelo: un “perfetto meccanismo” che evita il formarsi del ghiaccio sul loro corpo.
I pulcini sembrano quindi delle piccole palle di pelo coccolose, ma quando crescono, ahimè, anche se restano teneri e “ben vestiti”, possono sembrare goffi e buffi quando camminano sul ghiaccio: tendono infatti a spostarsi ondulando sulle lastre, suscitando riso e ancora più tenerezza. Esiste, però, una spiegazione a questo loro modo di spostarsi sulla terra ferma: dondolando sprecano meno energie, che devono invece conservare per il nuoto, dato che le acque non soltanto sono luogo di caccia, ma anche campo di battaglia, in cui i pinguini, veloci e scattanti a nuotare, devono sfuggire a orche e leoni marini. I pinguini però hanno studiato una tecnica anche per muoversi rapidamente sulla terra ferma: si lasciano scivolare sulla pancia lungo le lastre di ghiaccio. Intelligenti no? Zero fatiche, poco sforzo e pure un po’ di divertimento!
La vita di coppia: un esempio di indiscussa fedeltà
L’amore eterno esiste? Forse non nell’uomo, ma se studiamo il comportamento dei pinguini durante il periodo della riproduzione, possiamo iniziare a credere che l’affetto per un partner possa essere esclusivo. Il pinguino infatti è monogamo per tutta la stagione riproduttiva: il maschio, in sfida con i compagni, corteggia la femmina e quando lei depone l’uovo sono entrambi i genitori a covarlo. Dopo il parto infatti, la femmina lascia l’uovo – uno soltanto di circa 470gr – al maschio, mentre lei va a caccia e resta lontana anche per circa due mesi. I padri, da soli con l’uovo tenuto al caldo sotto le piume tra le zampe, si riuniscono in grandi colonie, fino a 40 mila esemplari, per rimanere al caldo durante il periodo di attesa della madre.
Quando la femmina torna i due genitori si danno il cambio: il padre va a caccia e la madre cova l’uovo; quando nasce il pulcino, sono di nuovo entrambi i genitori a occuparsene, alternandosi nella ricerca di cibo. Il piccolo resta poi con i genitori per 45-50 giorni, per poi essere lasciato da solo con altri pulcini, mentre entrambi i genitori si allontanano: all’età di 5 mesi, quando iniziano a comparire le piume da adulto, vengono completamente abbandonati dai genitori e devono cavarsela da soli, iniziando ad avventurarsi in mare aperto.

Ma attenzione! La fedeltà è per una stagione soltanto o dura tutta la vita? In realtà il pinguino (solitamente il maschio) può tornare nel nido dell’anno precedente per ritrovare la partner, ma può capitare che lei si sia accompagnata ad un altro pinguino. Questi casi di “tradimento” si dice che si aggirino intorno al 26%, ma per la maggior parte dei casi entrambi i pinguini si cercano durante la stagione successiva. Si sono riscontrati anche casi in cui la femmina “usi” letteralmente un individuo maschio per farsi procurare cibo, dimostrando un comportamento opportunistico ma poi fuggendo una volta ottenuto il compenso e senza completare l’accoppiamento.
I pinguini nel mondo animato
Potevano queste caratteristiche non essere catturate dai disegnatori e autori di cartoni animati? Nel film Madagascar i volatici acquatici sono dipinti come simpatici, astuti e pragmatici: riescono a fuggire da uno zoo e a pilotare un aereo. E’ stato dedicato anche una serie tv e un intero film a I pinguini di Madagascar, uscito come prequel della saga Madagascar: sono diventati, quindi, vere e proprie icone, ognuno con il suo carattere e peculiarità, ma tutti riconoscibili e, si può dire, molto “umanizzati”.
Ma non solo pinguini “africani”: Happy feet infatti è un cartone uscito nel 2006 in cui i protagonisti sono appunto i pinguini imperatore dell’Antartide: tutti sanno cantare, tutti tranne uno, Mambo, che non ci riesce, ma che è dotato di un’ottima capacità di ballare il tip-tap. Inoltre, qualcuno si ricorda di Pingu? La serie tv per bambini creata nel 1986, in cui si raccontato le vicende di una famiglia di pinguini al Polo Sud che comunicano in modo per noi incomprensibile? Insomma tra goffaggine e tenerezza i pinguini sono protagonisti di diverse animazioni simpatiche, che suscitano ammirazione e riso nelle nostre case.
A rischio estinzione
2100. Questa potrebbe essere la data che segna l’ultima marcia dei pinguini imperatore nell’Antartide. I dati sul rischio di estinzione sono riportati da una ricerca del Centro nazionale per la ricerca scientifica francese che ha studiato l’andamento delle popolazioni in diversi scenari futuri definiti in base alle alterazioni ambientali e alle conseguenti rotte migratorie degli animali.
La principale causa della probabile estinzione dei pinguini è il rialzo delle temperature e quindi lo scioglimento dei ghiacci; la scomparsa di habitat ospitale potrebbe infatti cancellare quasi tutti i pinguini che vivono al Polo Sud. Secondo il WWF oggi si contano circa 300 mila esemplari di Pinguino imperatore, ma senza casa e senza cibo la sorte di questo volatile è segnata: il previsto aumento anche soltanto di 2° porterebbe a una diminuzione del 50% delle colonie esistenti. L’innalzamento della temperatura infatti renderebbe impossibile nidificare e accudire adeguatamente i piccoli: il pinguino imperatore è appunto l’unico uccello dell’area che nidifica durante l’inverno antartico. I cambiamenti climatici e la riduzione del ghiaccio costringerebbero i giovani pinguini a gettarsi in mare troppo presto, quando non sono ancora pronti ad affrontare l’acqua gelata e gli attacchi dei predatori.

Altra grande minaccia per il pinguino imperatore sarebbe direttamente l’uomo. Questo perché l’Antartide è sempre stata una delle regioni più remote e poco alterate dalla presenza umana, ma negli ultimi anni stiamo abbattendo questi confini dell’inesplorato stravolgendo l’ecosistema e impedendo alla fauna locale la riproduzione. Tuttavia un caso particolare avvenuto lo scorso anno, riguarda una troupe di documentaristi intervenuti per salvare una colonia di pinguini imperatore rimasti intrappolati in un burrone e destinati a morte certa, violando però il primo comandamento dei documentaristi: “mai interferire con la natura”. “In molti avranno un parere opposto, ma nel nostro cuore pensiamo di aver fatto la cosa giusta“, ha affermato un videomaker.