“Piccoli brividi”: sette storie horror sui fantasmi dei castelli di Parma

La crisi sanitaria dovuta alla diffusione del Coronavirus ha di volta in volta modificato le nostre abitudini e i nostri passa tempo: le ultime norme entrate in vigore infatti, impongono anche ai luoghi di ristorazione di chiudere la loro attività alle ore 18.00. I musei resteranno comunque aperti, ma i Castelli del Ducato non potranno organizzare tutte le consuete cene o eventi serali per la notte di Halloween e i giorni seguenti. L’invito per tutti infatti, è quello di restare a casa, magari privandosi anche al giro per i campanelli chiedendo “Dolcetto o Scherzetto?“. Se non volete però rinunciare una buona dose di spavento, vi proponiamo la lettura di qualche leggenda a tema horror che ci riguarda da vicino: in sette manieri della provincia di Parma infatti, si dice che si aggirino fantasmi e spettri. Ecco una rassegna da paura per passare anche questo Halloween con i brividi sulla schiena.

Lo spirito di Fumara

La prima storia di fantasmi ci porta a Polesine Parmense, nell’Antica Corte Pallavicina, costruita agli inizi del Quattrocento dai marchesi Pallavicino. La corte antica e suggestiva si affaccia sulle sponde del Po e crea con il fiume un paesaggio davvero unico. A rendere particolare il Castello tuttavia, sono sia il ristorante stellato che si trova al suo interno (con Stella Michelin), sia il Museo del Culatello e del Masalén, dedicato alla ricchezza enogastronomica del territorio. I prestigiosi salumi infatti, chiamerebbero l’attenzione anche di un antico spirito che abita il maniero…

Si dice infatti che nei giorni di nebbia, che sale dall’acqua fluviale, si aggiri nelle cantine dove sono conservati i Culatelli il fantasma Fumèra, che in dialetto infatti significa nebbia. Lo spirito sarebbe scherzoso e burlone, ma a spaventare sarebbe il suo volteggio tra i salumi appesi nei sotterranei: al suo passaggio infatti questi ondeggerebbero, creando negli occhi innocenti dei visitatori un inquietante effetto misterioso.

I lunghi capelli biondi di Donna Cenerina

La Rocca medioevale Meli Lupi sorge a Soragna ed è stata edificata da Bonifacio e Antonio Lupi nel 1385. Il Castello è stato arricchito nel corso dei secoli da importanti opere d’arte e oggi racchiude un inestimabile patrimonio artistico. Attorno alla rocca si trova un giardino all’inglese con piante secolari, un laghetto e alcune statue neoclassiche. Ancora oggi ad abitarvi sono i Principi Meli Lupi, ma forse… non sono soli.

Ad aggirarsi tra le stanze della rocca infatti, ci sarebbe anche Donna Cenerina. Di chi si tratta? Beh semplice, è Cassandra Marinoni, moglie del marchese Diofebo II Meli Lupi, morta assassinata per mano della sorella Lucrezia e del cognato Giulio Anguissola nel 1573. L’omicidio sarebbe rimasto impunito e adesso si narra che ogni tanto il fantasma dai lunghi capelli biondi (da qui il nome Cenerina) si aggiri nei meandri dell’edificio. Le volte in cui questa esce allo scoperto sarebbero inoltre di cattivo presagio per la famiglia. Ne abbiamo parlato approfonditamente qui.

La fanciulla alla Rocca dei Rossi

A San Secondo Parmense si erge la Rocca medioevale dei Rossi, una delle famiglie più ricche della storia di Parma. Fu costruita intorno al 1413 per volere di Pier Maria I de’ Rossi, con lo scopo di fortificare il borgo di San Secondo su cui la famiglia vantava i diritti. Dopo il periodo medioevale è diventata una sfarzosa residenza rinascimentale e oggi conserva un autentico archivio artistico con opere uniche. La Sala delle Gesta Rossiane è ancora oggi una sede per rivisitazioni ricorrenti, e anche negli altri luoghi del Castello si trovano opere a firma di importanti autori.

banchi di nebbia
Rocca de’ Rossi

Tra il patrimonio artistico e storico racchiuso dentro le mura del maniero però, si insinua una misteriosa leggenda di fantasmi. Sul camino della Sala di Lantona sarebbe ancora visibile una traccia di sangue. Questo apparterrebbe a una giovane fanciulla, una ragazza appena ventenne che fu trucidata a sangue freddo proprio dove oggi ci sarebbe la macchia di sangue. Da secoli, si dice, il suo fantasma si aggirerebbe a mezzanotte all’interno delle sale e dei corridoi del Castello.

I fantasmi del Castello di Scipione

Il Castello di Scipione dei Marchesi Pallavicino domina le colline sul Parco Regionale dello Stirone e del Piacenziano, a metà strada tra Parma e Piacenza. Si tratta di un castello millenario circondato da un suggestivo borgo medioevale e fu costruito nel XI secolo dai Marchesi Pallavicino: ancora oggi conserva meravigliosi arredi del Seicento e visitarlo significa intraprendere un viaggio immersi nella storia del territorio e dei ricchi Marchesi. In questo clima elegante e tranquillo però, si insinua una storia di terrore, amore, morte.

Gli indizi? Rumori di passi, porte trovate aperte, finestre che si spalancano improvvisamente. Gli autori di questi strani eventi sarebbero infatti i due innamorati che una volta abitavano la rocca: Giangerolamo Pallavicino e sua cugina Giacoma Pallavicino di Zibello. L’amore tra i due era talmente forte che il marchese donò all’innamorata una grande parte della sua proprietà. Questo gesto scatenò l’ira dei cugini privati dell’eredità, che uccisero Giangerolamo davanti alla Chiesa di Scipione, lasciando Giacoma vedova a soli 27 anni. Lei impegnò tutta la vita a curare il maniero e la ricchezza rimastale, fino a quando fondò la Compagnia delle Donne Spirituale, per sorelle laiche. Ancora oggi sembra che i fantasmi dei due innamorati si incontrino in alcune notti nelle stanze del castello, sfidando la morte e il tempo che gli fu sottratto.

Una presenza di nome Beatrice

Posto in una posizione rialzata e strategica per controllare la vallate del Ceno, il Castello Pallavicino di Varano De’ Melegari si presenta come una massiccia fortezza difensiva. Anche se il maniero è stato realizzato all’inizio del XI secolo, il suo aspetto quattrocentesco è dovuto ai successivi interventi di riqualificazione. Il Castello si differenzia dagli altri per il forte e ingegnoso sistema difensivo, ma oltre a queste ragioni strutturali, a renderlo unico è anche la storia di fantasmi che lo sovrasta.

Qualche anno fa infatti ci sono stati due sopralluoghi nel Castello proprio per verificare la presenza di un possibile spettro. Il primo risultato è stato il rilevamento di una figura antropomorfa in sala da pranzo; la seconda analisi ha invece rilevato suoni e registrazioni nelle stanze della struttura. Quello che è stato registrato è ben chiaro: respiro profondo e un colpo cupo. A questa rilevazione sono susseguite sessioni di psicofonia e catene medianiche insieme ad una sensitiva, che ha affermato di sentire vicino ad alcune persone una “presenza di nome Beatrice, una ragazza molto giovane“. In seguito le ricerche hanno dimostrato l’esistenza in passato di Beatrice Pallavicino, una donna madre di quattro figli ma morta giovane all’età di 21 anni. A voi le conclusioni.

Il fantasma del Cavalier Moroello

Bellissima e unica: la Fortezza di Bardi è costruita su un rialzamento del terreno ed è visibile nella sua maestosità anche da lontano. Il Castello è magico, misterioso, suggestivo… ed è in piedi dall’898 per mano dei Longobardi. La fortezza però, è famosissima in tutto il mondo perché detiene un primato particolare e piuttosto inquietante: la prima fotografia termica di fantasmi, effettuata da due parapsicologi bolognesi.

fantasmi bardi
Fortezza di Bardi

Lo spettro apparterrebbe al Cavalier Moroello che visse nel Castello a fine Quattrocento. Il suo cuore fu rapito dalla sedicenne Soleste: un amore forte e ricambiato, ma difficile per la differente classe sociale. Il Cavaliere partì allora in guerra per tornare arricchito e vittorioso così da poter chiedere la mano della fanciulla. Il felice esito della battaglia però, non rese giustizia alla sua impresa. Mentre stava tornando alla rocca infatti, indossava la divisa del nemico, e Soleste vedendo la figura pensò al peggio e dalla disperazione si gettò dal mastio. Quando Moroello capì l’accaduto si suicidò a sua volta, e oggi si dice che si aggiri per il Castello ancora cercando Soleste, il cui spettro sarebbe anch’esso presente dentro la rocca. Due fantasmi alla ricerca dell’amore eterno.

Lo spettro di Bianca

Lo scenario di una storia d’amore che vive nei secoli: il Castello di Torrechiara è un regno incantato e romantico, che rivive come in una favola la relazione tra Pier Maria Rossi e Bianca Pellegrini. Costruito nella seconda metà del Quattrocento con funzione difensiva, è circondato da tre cerchia di mura e quattro torri. La “Camera d’Oro” è la stanza ancora oggi dedicata ai due amanti, e il loro sentimento sarebbe così forte che ancora avrebbe le sue tracce nei meandri del maniero.

La leggenda narra infatti che durante le notti di luna piena rivive la Duchessa Bianca, soprattutto nella stanza dei due amanti. Occhi verdi, capelli neri e lunghi: inquietanti se attribuiti ai fantasmi, ma in questo caso gira voce che lo spettro sia tutt’altro che tormentato. Lo spirito di Bianca e quello di Pier Maria infatti si amerebbero ancora e proteggerebbero le passioni più segrete del Castello di Torrechiara, secoli fa teatro della loro potente storia d’amore.

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