L’Avis di Parma racconta la pandemia: “Aumentati donatori e donazioni” | INTERVISTA
Oggi 14 giugno si celebra la Giornata mondiale del donatore. L’obiettivo è quello di ricordare l’importanza della donazione del sangue e invogliare chi non lo fa a intraprendere questa abitudine. L’Oms ha annunciato qualche settimana fa il titolo della campagna promossa per questo anno, “Give Blood and Keep the World Beating”, che vede tra oggi e domani l’organizzazione di alcuni eventi online e istituzionali per raccontare con un linguaggio semplice e coinvolgente l’importanza della donazione. Durante l’ultimo anno colpito dalla pandemia infatti, la donazione di sangue ha continuato a essere fondamentale e nei centri di raccolta si è continuato a donare, pur con qualche rallentamento o difficoltà. Per avere chiara la situazione di Parma e provincia abbiamo intervistato la Dottoressa Fiorella Scognamiglio, Direttrice sanitaria dell’AVIS Provinciale di Parma.
Qui, attraverso l’Unità di Raccolta, ci sono 34 punti di prelievo di sangue e plasma, che per norma devono essere autorizzati e accreditati da parte della Regione Emilia-Romagna. La Dottoressa Scognamiglio ha illustrato nei dettagli la situazione della donazione di sangue a Parma in un anno così complicato, in cui però non si sono avvertiti cali di donazioni o di nuovi donatori, se non nel periodo di pieno lockdown nella primavera del 2020.
L’ultimo anno ha stravolto le nostre abitudini a causa della diffusione del coronavirus. È possibile adesso, a più di un anno dallo scoppio della pandemia, fare un bilancio sulle donazioni del 2020 e 2021? Le persone hanno continuato a donare nonostante l’emergenza sanitaria?
Grazie ad un grande sforzo organizzativo ed alla collaborazione dei Dirigenti Volontari Associativi, del personale medico ed infermieristico che compone l’unità di Raccolta di AVIS Provinciale e soprattutto dei nostri soci Donatori siamo riusciti a far fronte alle richieste di sangue ed emocomponenti del Sistema Sanitario Nazionale durante tutte le diverse fasi della pandemia. Abbiamo dovuto rivedere e modificare l’organizzazione, specie dei flussi dei donatori all’interno dei punti di raccolta, per poter rispondere alle normative in merito alla sicurezza in epoca Covid ma il risultato non ha deluso le aspettative, anzi è stato migliore delle più rosee previsioni in una situazione così difficile. Valutando i dati della raccolta nel periodo febbraio/maggio 2019/2020/2021 possiamo vedere che l’inevitabile seppur contenuto calo di donazione avvenuto nel quadrimestre in esame del 2020 e cioè in pieno lockdown è stato già ampiamente recuperato nel 2021 che supera, in quantità, la raccolta dell’analogo periodo del 2019 (era pre Covid)
Ci sono alcune indicazioni che riguardano la donazione di sangue in prossimità della somministrazione del vaccino? È possibile svolgere queste due azioni in tempi ravvicinati oppure è indicato aspettare un determinato tempo tra l’una e l’altra?
Il Centro Nazionale Sangue (CNS) ha dato chiare indicazioni in merito alla tempistica fra vaccinazione e donazione che è indicata in 48 ore in assenza di sintomatologia correlata anche lieve oppure 1 settimana se questa si dovesse presentare, per i vaccini attualmente in uso. Per altri ancora non utilizzati in Italia la sospensione può arrivare a 4 settimane.
Riguardo invece il test sierologico per verificare la presenza di anticorpi nel sangue, come vi siete organizzati per offrire il test ai donatori Avis?
Per quanto riguarda il test sierologico a dicembre 2020 si è concluso uno studio atto a cercare la presenza delle sole immunoglobuline G in soggetti asintomatici e sani quali i donatori di sangue. Lo scopo era prendere atto della percentuale di soggetti che senza avere sviluppato la malattia conclamata e quindi senza diagnosi certa di questa dimostravano con tale esame di essere però venuti a contatto con il virus. Lo studio era stato richiesto dal CNS.
Attorno alla donazione di plasma iperimmune per curare il Covid-19 ci sono stati molti dibattiti pubblici e confusione mediatica. Chi può donare plasma immune alla Sars-CoV-2? Avis Parma si è occupa in questa misura di qualche donazione?
AVIS Provinciale Parma non è stata direttamente coinvolta nel progetto plasma iperimmune che è invece stato gestito dal Servizio di Medicina Trasfusionale(S.T.) dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Parma. I criteri adottati erano: soggetti di sesso maschile guariti di recente da infezione SARS COV 2 e con determinazione di titolo anticorpale sufficientemente alto da garantire una buona efficacia terapeutica. AVIS ha svolto un’azione di intermediario nella comunicazione fra donatori e S.T. mettendo gli uni in comunicazione con l’altro.
Un problema a cui si deve far fronte è la possibile diminuzione di donatori nei prossimi anni, dato che la maggior parte di loro è in età avanzata. Per questo fare informazione nelle scuole è importantissimo. Durante l’ultimo anno, Avis Parma è comunque riuscita a rimanere in contatto con gli istituti, magari con incontri online? Ci sono stati nuovi donatori giovani negli ultimi mesi?
La collaborazione con la scuola è sicuramente stata penalizzata dalla DaD e dai lunghi periodi di zona rossa. Siamo però ugualmente riusciti ad organizzare con il Liceo Ulivi di parma e con l’istituto Zappa Fermi di Borgo Val di Taro 3 video conferenze che hanno ottenuto un’ottima partecipazione e parerei favorevoli consentendoci così di non perdere la via preferenziale verso una popolazione di giovani che è la naturale e privilegiata destinataria del nostro messaggio di invito al dono non solo come donazione ma come cultura del dono. Inoltre abbiamo partecipato ad alcuni incontri insieme alle altre associazioni del dono, messaggio di grande importanza per tenere alta la sensibilità verso il dono in senso lato. Inoltre è significativo a parer mio che il numero di nuovi donatori sia addirittura aumentato: nel 2020 abbiamo avuto 1341 nuovi donatori a fronte di 1296 nel 2019.