Energie Rinnovabili, Emiliano Occhi (Lega): “Favorevoli ad economia circolare a Km Zero”
Emiliano Occhi è candidato consigliere regionale con la Lega: “Aarà necessario riprendere a livello di paese un serio ragionamento sullo sviluppo dell’energia nucleare”
Dopo settimane “infuocate” il progetto del parco eolico sul Monte Croce di Borgotaro è stato ritirato. Come redazione abbiamo deciso di approfondire l’argomento delle energie rinnovabili, con un focus particolare sull’Appennino che potrebbe essere il centro di tanti progetti che riguardano il futuro energetico della nostra provincia. Per questo motivo abbiamo rivolto quattro domande sul tema ad alcuni candidati consiglieri alle prossime elezioni regionali, in programma per il prossimo 17/18 novembre.
Cosa ne pensate dei progetti relativi ai parchi a energia eolica in Appennino?
Il futuro dei Parchi eolici è principalmente al largo delle coste con gli impianti cosiddetti offshore; in questa configurazione l’energia eolica viene prodotta con il massimo potenziale e minori impatti dal punto di vista paesaggistico e ambientale. Gli impianti a terra cosiddetti on-shore invece hanno un maggiore impatto a livello paesaggistico e spesso non hanno ricadute se non minime sulle comunità locali; Un po’ come accade per i grandi impianti fotovoltaici a terra è molto facile che questi si prestino a operazioni speculative. Io credo che un territorio come la montagna debba puntare su altre forme di energia rinnovabile; quelle per esempio che si sposano meglio con l’economia locale.
Che impatti possono avere gli impianti eolici su un ambiente ed ecosistema come quello del nostro Appennino?
Gli impatti degli impianti di energia rinnovabile specialmente quelli di maggiori dimensioni vengono valutati all’interno di specifici studi di impatto ambientale. Gli impatti maggiori di un grande impianto eolico sono legati alla fase di realizzazione, disboscamenti, realizzazione di piste e strade dedicate; vi sono anche impatti sulla fauna selvatica specialmente sui volatili.
Decarbonizzare è uno degli obiettivi a lungo termine che anche l’Europa sta portando avanti. Dal vostro punto di vista, la città di Parma e la sua provincia che contributo possono dare al raggiungimento di tale obiettivo? Da dove occorre partire? Cosa invece non serve?
Come Lega abbiamo sempre detto che è sbagliato il punto di partenza: è inutile la decarbonizzazione fine a se stessa quando il resto del mondo è in piena corsa per lo sviluppo economico e non ha alcuna intenzione di decarbonizzare. Teniamo conto che il continente Europa emette CO2 per meno del 10% della produzione mondiale; la decarbonizzazione sarà invece una conseguenza della differenziazione dell’approvvigionamento energetico del nostro paese, volto alla diminuzione dei costi energetici per famiglie e imprese e all’aumento della competitività del sistema economico nazionale.
Per differenziare le fonti di approvvigionamento energetico sarà necessario quindi investire in tutte le energie rinnovabili disponibili e su tutte le tecnologie: non solo fotovoltaico ed eolico ma anche geotermico, biomasse, biogas legato alla filiera agricola e agroalimentare. Inoltre sarà necessario riprendere a livello di paese un serio ragionamento sullo sviluppo dell’energia nucleare sempre per differenziare le fonti di approvvigionamento: questo in primis ci permetterà di aumentare la sicurezza degli approvvigionamenti nazionali rendendoci più indipendenti da eventuali shock geopolitici e dalla dipendenza dalle materie prime.
Come vi ponete nei confronti di altri tipi di energia rinnovabile, come ad esempio il cippato, considerando come “bacino di materia prima” la nostra montagna?
Come detto nella risposta precedente il cippato è una biomassa: nelle centrali a biomasse che lo utilizzano è possibile sviluppare sistemi di teleriscaldamento sia centralizzato sia localizzato. Come accade nelle aree alpine il cippato è un prodotto di risulta della manutenzione delle aree forestali che è fortemente auspicabile anche per la cura del territorio in generale è per il contrasto al dissesto idrogeologico; quindi siamo favorevoli a tutti quei sistemi di energie rinnovabili che possono innescare delle economie circolari a chilometro zero, mantenendo e sviluppando nuovi posti di lavoro in montagna.