Che la fortuna sia una componente importante, se non l’unica, delle vittorie nei giochi del casinò è un sentire comune. E’ così anche nel Blackjack AAMS? Cerchiamo di scoprirlo insieme in questo articolo. La teoria della buona sorte si scontra facilmente con quella della pratica, legata alle strategie di gioco. Tra i vari giochi che si possono riscontrare nei casinò online o in quelli fisici, il blackjack è sicuramente quello che meno si lega alla casualità: una buona strategia di gioco, infatti, può pregiudicare in maniera anche importante l’esito finale della partita.

La vicenza del MIT Blackjack Team, del resto, è nota ai più. Qualche anno fa un gruppo di studenti statunitensi si è dimostrato in grado di ottenere diversi successi ai tavoli di blackjack. La loro non è stata solo fortuna: il gruppo aveva studiato un metodo di conteggio delle carte che gli permetteva di prendere le decisioni adeguate nel momento in cui si sedevano al tavolo da gioco e nel corso della partita. Un metodo che si rivelò efficace e ci dimostra come la fortuna sia ben poco predominante, sopratutto se la strategia è ottima.

Le regole del Blackjack

Se è vero che la fortuna con il Blackjack c’entra poco, è anche vero che per fare ricorso ad una buona dose di strategia è necessario conoscere bene le dinamiche di gioco e le regole che stanno alla base del blackjack. Il gioco è basato su un valore numerico che viene assegnato ad ogni carta. Durante la partita il banco e il giocatore pescano le carte con l’obiettivo di comporre – ma di non superare – la donna di 21 punti. Se si supera questa somma, si perde la mano: a vincere sarà il giocatore che più si avvicina al numero 21.

La strategia è fondamentale: ogni carta pescata avvicina il giocatore al raggiungimento dei 21 punti, ma al tempo stesso lo mette a rischio di superare la cifra massima. Ed è proprio su questa dicotomia che è nata la strategia utilizzata dal gruppo di studenti americano. Una strategia, quella del conteggio delle carte, che però non può essere utilizzata nei casinò, ma che ci testimonia come la sorte non sia poi così determinante per la vittoria.

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