Alessandro Levati: “Crediamo in un’Emilia Romagna che guardi al futuro”| SPECIALE ELEZIONI

Una lista giovane e che guarda al futuro: si presenta così Alessandro Levati, capolista di…

Il capolista di Volt a Parma: “Guardare alle fonti rinnovabili, all’economia di quartiere e alla manutenzione di infrastrutture e territorio”

Una lista giovane e che guarda al futuro: si presenta così Alessandro Levati, capolista di Volt a Parma, lista che sostiene la candidatura a presidente di Stefano Bonaccini. Ventisette anni, avvocato, Levati corre anche nelle circoscrizioni di Piacenza e di Reggio nell’Emilia. “Diamo una scossa alla politica partendo dalla nostra terra“, afferma. Oltre a Levati nella circoscrizione di Parma sono candidati anche Margherita Ippolito; Giorgio Ippolito; Giulia Pedrelli; Cristina Lattuca.

Uno dei temi centrali della campagna elettorale è stato, fin da subito, quello riguardante la sanità: quali sono gli aspetti da migliorare per quello che riguarda Parma e Provincia e qual è la vostra posizione in merito alla chiusura dei punti nascita in montagna e, nello specifico, a Borgotaro?

La sanità è uno dei tre pilastri del programma di Volt per l’Emilia Romagna. Abbiamo soprattutto 3 proposte:

  • Aumentare le borse di studio dei medici specializzandi per evitare carenze di personale in futuro come già avviene in altre aree d’Italia;
  • Distribuire gratuitamente il vaccino contro il papilloma virus per gli uomini, perchè quest’ultimi sono “portatori sani” del virus e possono trasmetterlo alle partner, causando il tumore alla cervice uterina (il terzo tumore più diffuso fra le donne);
  • Introdurre e finanziare lo psicologo di base, che è stato accettato nel programma di coalizione a sostegno di Bonaccini, per approntare un grande piano di prevenzione e di cura della salute mentale.

Quanto, invece, ai punti nascita, che hanno accesso la campagna elettorale, il dibattito è talmente mirato alla raccolta di voti che si trascura il punto centrale, che è la salute della mamma e del neonato. I punti nascita “periferici”, infatti, non sono in grado di affrontare tutte le complicanze che potrebbero verificarsi in relazione al parto. Il nostro messaggio è che la salute della mamma e del neonato vengono prima di tutto e che sono molto più importanti della distanza da casa. Laddove, quindi, è possibile accorpare punti nascita per fornire un servizio sanitario adeguato vicino a casa, ben venga. Ove ciò non sia possibile, preferiamo che la neomamma vada in un ospedale attrezzato adeguatamente. La nascita di un figlio è l’evento più importante della nostra vita e in media si verifica 1/2 volte nell’arco della propria esistenza. Davvero ha senso rischiare la vita e la salute della madre e del neonato per qualche decina di km?

Infrastrutture e grandi opere: alcune delle criticità del Parmense sono sicuramente quelle legate al ponte di Colorno-Casalmaggiore e al dissesto idrogeologico in montagna. Quali proposte porterete in Regione nel merito? Altro grande nodo è quello della Ti.Bre: quale sarà la vostra proposta, per ciò che riguarda i territori del Parmense?

Le infrastrutture sono un servizio pubblico fondamentale, oltre che una spinta per l’economia. Sono ancora più importanti quando si parla di snodi come il Ponte di Colorno-Casalmaggiore. Il recente passato ci ha dimostrato che dobbiamo destinare maggiori attenzioni e risorse al monitoraggio ed alla manutenzione delle opere, oltre che essere in grado di intervenire prontamente qualora dovessero verificarsi delle criticità. La cura delle infrastrutture passa anche attraverso la prevenzione del dissesto idrogeologico, poiché il nostro territorio, come tutta l’Italia, è estremamente fragile. Proponiamo investimenti per renderlo più sicuro, oltre che una riforestazione (4,5 milioni di alberi in più nel programma di coalizione), in punti critici per il dissesto, e l’assegnazione di zone boschive, abbinate a zone agrarie, ai giovani agricoltori in modo che possano provvedere alla manutenzione necessaria. Una delle infrastrutture più discusse negli ultimi anni è la Ti-Bre. Tanti emiliani e non solo si lamentano del fatto che, quando si recano al mare in Liguria utilizzando l’autostrada della Cisa, paghino uno dei pedaggi più alti d’Italia. Ebbene, questo è anche a causa dei lavori della Ti-Bre. Per una serie di fatti riconducibili ai tempi dei Governi Berlusconi, infatti, alla società che gestisce l’autostrada della Cisa fu data l’autorizzazione all’aumento dei pedaggi per finanziare il primo tratto di 9/10 km (inutile di per sé) della Ti-Bre. Il completamento dell’opera costa nell’ordine dei miliardi e tali fondi non sono stati nemmeno stanziati. Quindi ad oggi abbiamo: un primo tratto in costruzione in mezzo al nulla, un’autostrada verso La Spezia enormemente più costosa e pagata dagli automobilisti; la prospettiva dell’ennesima grande opera incompiuta. Tale autostrada doveva essere meglio valutata prima di essere iniziata, data l’enorme quantità di risorse che richiede e l’impatto ambientale sulla pianura. Oggi, che è già stata iniziata, potrebbe effettivamente essere trasformata in un progresso per la regione, a patto di maggiori garanzie per l’ambiente e di un’ulteriore valorizzazione del Porto di La Spezia. Rimangono, tuttavia, i nodi attinenti alle risorse, ai tempi di realizzazione ed alla volontà politica del Ministero delle Infrastrutture. Nel caso tali questioni non si risolvessero in modo positivo, sarebbe opportuno destinare tali fondi al potenziamento di altre vie di comunicazione.

Sicurezza e riqualificazione del centro storico e dell’economia di quartiere: un breve bilancio di quella che è la situazione attuale di Parma città e i possibili interventi che possono essere portati dalla vostra lista in Regione per migliorare questi aspetti.

In alcune aree di Parma all’interno dell’anello della tangenziale le persone non si sentono sicure. Quello che proponiamo non sono polizia e telecamere ovunque, perché è infattibile e sarebbe solo un tampone temporaneo. Diciamo, invece, di provare a far vivere il più possibile queste zone, poiché laddove vi sono quartieri frequentati, ci sono anche più sicurezza e sensazione di sicurezza. Ciò passa inevitabilmente anche dallo sviluppo dell’economia di quartiere. Vogliamo dunque sostenere tutte le iniziative dei sindaci, non solo di Parma, che vanno in questa direzione.

Un’altra tematica, alla luce di Parma Capitale della Cultura ma non solo, è quella che riguarda le attività culturali e il turismo: di cosa avrebbe bisogno la nostra Provincia per far sì che il “lancio” di Parma 2020 non si concluda a fine anno ma possa proseguire anche in futuro, assicurando stabilità in questi due ambiti, strettamente legati tra loro?

Parma, dal punto di vista turistico, ha due grandi punti di forza: la cultura ed il cibo, che a sua volta è cultura e storia. L’appuntamento di Parma 2020 può essere una grande vetrina per la città, per la provincia, per le imprese e per le persone. Dobbiamo approfittare di questo anno per attirare investimenti duraturi e turisti. Come per tutta la regione, poi, Parma può e deve essere pubblicizzata maggiormente in Italia ed all’estero.

Una questione sempre attuale è quella della sostenibilità ambientale: che posizione dovrebbe prendere, secondo la vostra lista, la Regione per ciò che riguarda tematiche che fanno discutere i cittadini come l’inceneritore a Parma, la fabbrica Laminam a Borgotaro e la bioplastica a San Quirico?

Noi proponiamo la sostenibilità ambientale non ora perché sembra che vada di moda, ma dalla nostra fondazione. Le nostre idee mirano alla riduzione del CO2 e delle polveri sottili, perché siamo un’area inquinata (lo abbiamo visto ad esempio nel mese di gennaio continuando a sforare i parametri limite) e questo mette a rischio la salute delle persone. Data anche la conformazione della pianura circondata dalle montagne, che non aiuta, possiamo e dobbiamo fare molto di più. Puntiamo a: una transizione dai combustibili fossili alle fonti rinnovabili, investendo nel mentre nelle tecnologie “ponte” come GNL (gas naturale liquido) e GPL, specie per quelle attività che oggi hanno elevati livelli di emissioni; un contenimento delle temperature interne degli edifici, un incentivo per l’efficientamento energetico; un incremento notevole della cattura del CO2 nell’atmosfera con la riforestazione e la tutela delle aree boschive e degli ecosistemi marittimi. D’altra parte miriamo ad un’economia circolare, in cui riutilizziamo tutto ciò che possiamo con minor spreco di risorse possibili. La maggiore parte dei rifiuti devono essere riciclati ed una minima parte utilizzati per i termovalorizzatori, che ridurrebbero la loro attività, puntando a destinarne zero o quasi alla discarica, che è la peggior sorte per un rifiuto. In questo senso il nostro obiettivo è, ad esempio, ridurre sempre di più le plastiche non riciclabili, che oggi finiscono appunto nei termovalorizzatori, per arrivare al riciclo totale della plastica che utilizziamo.

Concludiamo con un invito al voto ai parmigiani: perché dovrebbero scegliete la vostra lista?

Volt è un progetto che fino a poco tempo fa era solo nella mente del fondatore Andrea Venzon ed è oggi un vero partito: un partito presente in tutta Europa, con un’età media sotto i 30 anni, che propone la stessa visione di futuro ovunque, ma che contemporaneamente è presente sul territorio, vicino alla gente. E’ nato anche per rappresentare le generazioni più giovani, che la politica pare essersi dimenticata: generazioni che non hanno la possibilità né di lavorare, né di studiare, e che l’Italia sta perdendo, mettendo in pericolo il suo stesso futuro. Io sono stato più fortunato di tanti miei coetanei e mi candido per poter fare la differenza. Assieme a tutti i ragazzi di Volt, desidero che l’Emilia Romagna e Parma siano da esempio per il cambiamento a cui noi ambiamo.

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