Parma, 20.000 agricoltori per la manifestazione di Coldiretti

Un fiume giallo verde ha attraversato questa mattina la città di Parma. La manifestazione nazionale di Coldiretti, che chiedeva di “fare luce” sul cibo sintetico, ha portato in corteo oltre 20.000 agricoltori provenienti da tutta Italia. Partiti dal Parco Primo Maggio, i manifestanti hanno attraversato via Repubblica, via Mazzini, il lungo Parma fino al Ponte delle Nazioni, per poi sostare davanti al palazzo sede dell’EFSA in viale Piacenza. Qui si è tenuto il comizio finale, a cui hanno partecipato il segretario generale di Coldiretti Vincenzo Gesmundo, il presidente nazionale Ettore Prandini e i presidenti regionali di tutta Italia.
Quella di Coldiretti non è stata una manifestazione contro l’Europa, come hanno testimoniato le tante bandiere europee presenti. Le richieste riguardavano la tutela del Made in Italy, la certificazione di provenienza, una PAC attenta alle esigenze del mondo agricolo. Ma non solo: quella di stamattina è stata anche una piazza che ha chiesto la pace, chiedendo di non investire soldi per il riarmo ma di attuare politiche costruttive per il mondo agricolo.
Le richieste di Coldiretti: “Studi clinici e pre-clinici sui cibi sintetici”
Il corteo ha scelto come ultima tappa la sede dell’EFSA, European Food Safety Authority, in Viale Piacenza, dove si è tenuta una presentazione delle varie richieste esposte dai vari rappresentanti delle regioni d’Italia e finalizzate a trovare un punto di accordo. Qui la parola è stata poi lasciata al presidente nazionale Coldiretti Ettore Prandini, che ha esternato il suo punto di vista: “Oggi abbiamo segnato una storia importante a difesa dell’agricoltura. Siamo qua per avere delle risposte dall’EFSA e ciò che abbiamo ottenuto è che nulla verrà autorizzato se non con nuovi meccanismi atti ad evidenziare non solo il processo produttivo, ma anche la nocività o salubrità di un prodotto. Il compito di EFSA è perciò quello di chiarire dubbi ed incertezze riguardo alla salute umana e di garantire che gli alimenti che arrivano sulle tavole dei cittadini consumatori siano sicuri attraverso testi clinici e preclinici che saranno accessibili direttamente dal sito. Crediamo in un’Europa diversa da quella del passato: non abbiamo bisogno di ecoschemi, ma è invece necessario che le risorse e i fondi vadano direttamente a chi si occupa di agricoltura”.
Un altro intervento significativo è stato quello del vicepresidente nazionale Coldiretti, Nicola Bertinelli, nonché presidente regionale Coldiretti e presidente Parmigiano Reggiano. “Non provate ad uccidere il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano! – ha esordito – Sono fiero di far parte di questa organizzazione. È la prima volta che capita una manifestazione di questa magnitudo e non c’è una carta per terra: questa è l’anima e la cultura della nostra Coldiretti. Oggi ognuno di voi sta dando un contributo: la nostra grande forza è quella di condividere i valori e trovarci insieme per difendere il modo naturale di produrre cibo. Se è vero che l’Europa ha bisogno di una difesa comune, quella difesa non può essere realizzata togliendo fondi all’agricoltura e soprattutto non si può pensare ad un’Europa che faccia delle politiche per un riarmo senza prima pensare ad una sicurezza nella produzione del cibo. Noi siamo per un’Europa che metta al centro l’agricoltura, ma dobbiamo essere ascoltati, perché non ci sono altre associazioni che possono fare quello che stiamo facendo noi.”
La risposta di EFSA
“Oggi, insieme al direttore di EFSA Bernhard Url, abbiamo incontrato i rappresentanti di Coldiretti per un confronto in merito ai cibi derivati da colture cellulari e da fermentazione di precisione” ha dichiarato Alberto Spagnolli, Senior Policy Coordinator di EFSA.
“Abbiamo avuto una discussione costruttiva che, a nostro avviso, ha contribuito a chiarire le preoccupazioni e le istanze sollevate da Coldiretti e l’approccio di EFSA alle valutazioni di sicurezza. Abbiamo evidenziato come la richiesta di “fare luce” avanzata da Coldiretti è in linea con l’obiettivo di EFSA. Nella valutazione della sicurezza per il consumo umano di nuovi alimenti, anche per le richieste presentate prima del 1º febbraio 2025, la normativa UE impone a EFSA di applicare sempre i più alti standard di valutazione scientifica. I componenti dei panel incaricati utilizzeranno condizioni e requisiti aggiornati in base alle più recenti esperienze di valutazione, come previsto nelle nuove linee guida oggi in vigore”.
“Il compito di EFSA è precisamente quello di chiarire dubbi o incertezze riguardo agli effetti sulla salute umana, i profili nutrizionali di questi alimenti, i rischi legati al processo produttivo o alle sostanze utilizzate. I panel effettueranno analisi approfondite e utilizzeranno ogni livello di studio reso necessario (compresi test pre-clinici e clinici) per ciascun prodotto notificato. Tutto questo avviene in maniera pienamente trasparente. Tutte le informazioni relative ai prodotti notificati, gli studi richiesti e presentati, nonché sul processo di valutazione scientifica, sono accessibili liberamente sul nostro sito”, conclude la nota.