Valmozzola, dalle origini incerte al marchesato dei Fogliani

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Per quanto riguarda le proprie origini Valmozzola lascia ci lascia in sospeso. Infatti non ci sono documenti o reperti che attestino con certezza la presenza dell’uomo nella zona in un periodo precedente al Medioevo. Il primo “scritto” che fornisce una testimonianza di questo paese, al centro della Val Taro, nella storia è la Historia Pallavicina, secondo cui con un atto del 981 d.C. l’imperatore Ottone cede ad Adalberto I, di origine obertenga e fondatore della dinastia Pallavicino, i territori di Gusaliggio e della Val di Mozzola.

Nonostante il vuoto lasciato dalle fonti è possibile fare alcune ipotesi che chiariscano le idee sulle origini, soprattutto relative alla toponomastica del luogo. È certo che il Comune prenda il nome dal torrente che scorre in tutta la vallata, prima di gettarsi nel Taro: il Mozzola. L’appellativo di questo torrente tradisce una possibile origine latina e una trasformazione fonetica della sua forma iniziale: medutiola, poi meduziola, medoziola, moziola, infine mozzola. Questo termine è da mettere in relazione con Medutio, nucleo abitativo romano citato nella tabula alimentaria di Veleia, che non ha mai trovato una collocazione geografica certa, ma sicuramente è appartenente all’Appennino parmense.

Dalle ombre delle origini si passa alla luce del periodo successivo alla caduta dell’Impero romano. La dominazione Longobarda (V-VI secolo d.C.) portò con se gli interessi dei monaci di San Colombano (Bobbio) che transitavano numerosi per la Via degli Abati, o Via Francigena di Montagna, nei pressi della frazione di Mariano in direzione di Roma, appropriandosi nel corso dei secoli di diversi terreni agricoli. Il culto di San Colombano vide sorgere così la cappella di Gusaliggio, dedicata al santo irlandese, poi coadiuvata da una rocca adibita a protezione.

Di grande rilevanza sono le gesta del marchese Oberto II Pallavicino, discendente degli Obertenghi, una nobile e potente famiglia di origine longobarda che dominò la Val di Mozzola dal XII al XV secolo d.C. Il condottiero Oberto, di fede ghibellina (fazione sostenitrice dell’Impero), fu uomo di fiducia di Federico II di Svevia e combatté strenuamente per questa causa contro i guelfi, resistendo agli attacchi della Chiesa, della Lega Lombarda e infine di Carlo D’Angiò, fratello del re di Francia e desideroso d’impossessarsi dell’Italia intera, a cui dovette arrendersi, capitolando proprio all’interno della Rocca di Gusaliggio in Valmozzola.

Non si hanno più notizie storiche di Valmozzola fino al 1472, anno in cui Francesco Sforza cede la proprietà nobiliare di questo feudo al nipote Lodovico Sforza Fogliani, marito di Margherita Pallavicino, ultima discendente della nobile casata. La famiglia Fogliani, che da quel momento ereditò il titolo nobiliare del marchesato, era stata celebre fino a quel momento per le imprese dei propri discendenti, condottieri di ventura con un illustre predecessore: Guidoriccio di Fogliano, cacciato prima da Siena, poi da Reggio Emilia, per promesse non mantenute e una sconfitta militare, infine fatto prigioniero a Padova. L’ultimo marchese di Val di Mozzola è stato il duca Giovanni Fogliani Sforza d’Aragona, uomo politico del XVIII secolo, che fu ambasciatore e capo del governo nel Regno di Napoli, Viceré del regno di Sicilia. Non avendo discendenti maschi nominò come suo erede il nipote Federico Meli Lupi di Soragna, figlio di sua sorella Lucrezia. I Fogliani Sforza d’Aragona (già Meli Lupi di Soragna) mantennero le loro prerogative sulla Val Mozzola fino alla soppressione napoleonica del sistema feudale del 1806.

Il territorio e la rocca furono acquistati in seguito dalla famiglia Conti, che smantellò la rocca di Gusaliggio, di cui rimangono i ruderi, e realizzò il Palazzo di famiglia, nella vicina Pieve. Il Palazzo Conti in seguito fu sede del municipio di Valmozzola, sede che ad inizio Novecento si è trasferita a Mormorola.

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