“Al Risparmio” non è soltanto un’azienda a conduzione familiare; con impegno e passione è diventato un vero punto di riferimento del quartiere Montanara
Inseguire a testa bassa i propri sogni, anche quando sembrano irrealizzabili, è il primo passo per ottenere grandi risultati da ricordare a distanza di tanti anni. È quanto deve aver pensato Eleonora, quando a metà degli anni 60′ decise di inseguire il suo sogno e di aprire i “Magazzini Calzature al Risparmio“. Gli addetti alle licenze comunali la scoraggiarono. “Le scarpe in periferia nessuno le compra”, le fu detto, “meglio venire più in centro o cambiare genere”.
Una storia familiare
La sua famiglia, di origine friulana, aveva sempre fatto scarpe e lei sentiva di poter seguire quella amata tradizione che aveva nel sangue. Sì stabilì con il suo negozio in Strada Montanara e da allora “Al Risparmio” è cresciuto insieme al quartiere, diventandone un punto di riferimento. Da quando Eleonora ricevette il suo primo cliente, un uomo di mezza età avvolto in un tabarro che le chiese in dialetto“a voj un un par ‘d tarnetti”, la famiglia Fogolin ha diretto l’azienda familiare con grande passione e professionalità.
Eleonora “La Veneta” iniziò così una tradizione calzaturiera tutta “parmigiana” e i clienti hanno sempre riconosciuto la simpatia e la gentilezza di questa famiglia. Il l valore aggiunto è poi sempre stata la qualità delle calzature, unito alla capacità di consigliare il cliente in base alle sue reali necessità e non seguendo solo miopi criteri di vendita. Forse se dovessimo dirlo in una parola, potremmo dire che l’ingrediente vincente di questo negozio è la sua “umanità”, oggi troppo spesso dimenticata.
L’azienda negli anni sì beneficiò della partecipazione dei figli nella gestione, che ne mantenne così il carattere tipicamente familiare. I criteri gestionali e i valori professionali acquisiti da Eleonora durante la sua lunga carriera sono tutt’oggi garantiti e tramandati. Ad oggi lo staff de Al Risparmio conta di sette dipendenti più numerose collaborazioni esterne. Cinquanta anni non si raggiungono per caso. Anche per questo sono state tante le persone che sabato 26 novembre hanno festeggiato questo speciale compleanno. Abbiamo chiesto a Giuliano, che oggi dirige il negozio insieme al fratello Franco, di raccontarci come si arriva ad un traguardo così importante.
50 anni di attività non si raggiungono per caso. Qual è il vostro segreto?
“Prima di tutto una grande dedizione e rispetto del proprio lavoro e del cliente. Quando vendi qualcosa a qualcuno devi sapere le qualità e le caratteristiche del prodotto che offri. Soprattutto se il prodotto è adatto alla persona a cui lo vuoi vendere. Negli anni questo concetto è evoluto insieme alla cultura generale del cliente ‘tipo’ e della società. Purtroppo è diventato sempre più difficile capire chi è il tuo cliente e cosa vuole“.
In 50 anni come è cambiato il modo di gestire il negozio?
“Negli anni 60 la calzatura era quasi un lusso ed acquistarne una era motivo di prestigio. Allora valeva soprattutto il criterio di qualità-durata. L’estetica era importante, ma il solo fatto di avere le scarpe nuove era appagante. Anche allora Il prezzo era importante. Per noi però ha sempre avuto una importanza subordinata al concetto – chiamiamolo pure primordiale – di qualità-prodotto.
Per il cliente di oggi invece, acquistare un paio di calzature non sembra più così determinante. Chiunque di noi a casa può trovare molte paia di scarpe. Tante che talvolta ci si scorda di quelle acquistate la stagione precedente. Alla qualità si sono aggiunti elementi quali la moda, l’immagine e il brand. Con linee sempre più caratterizzate e differenziate per le varie fasce di età, stile e prezzo. I ragazzi ad esempio si trovano spesso a spendere maggiormente i loro soldi in articoli sportivi. Ideati in origine per prestazioni sportive e che poi sono divenuti d’uso comune e multi stagionale, ovvero “di moda”.
Senza entrare nel merito delle calzature sportive. In genere mi limito a dire che su una calzatura viene impiegata diversamente dal modo in cui era stata progettata, alla lunga può portare qualche fastidio nonché un più rapido deterioramento. Immaginate di correre con una stringata elegante in pelle, non sarebbe una scelta ottimale. Il discorso è analogo anche nel caso opposto, seppur ovviamente meno estremo. Oggi poi, la differenza tra una comune sneakers e una scarpa – ad esempio – da corsa è davvero limitata.
Una clientela che ricerca ancora la qualità
Un altro aspetto critico è che si è completamente stravolto il concetto di “qualità”. La calzatura artigianale sta pagando un prezzo insostenibile. Al contrario di altri settori, come quello alimentare dove la gente si informa bene e a fondo per avere prodotti di qualità. In quello dell’abbigliamento si tende a considerare di più marche di moda e prezzi. Spesso senza un’effettiva conoscenza qualitativa del prodotto. Per fortuna molte persone sono ancora alla ricerca del prodotto Made in Italy, artigianale o di qualità. La nostra attenzione nel preferire questi aspetti ci aiutano a mantenere costante la fiducia della nostra clientela.
Il mercato italiano dell’abbigliamento sta comunque affrontando un momento di epocale cambiamento. Ancora non si vedono gli effetti finali. Alla completa saturazione del prodotto si sono aggiunte turbolenze fortissime di mercato. Pesano molto la concorrenza sleale dell’online, la crisi economica e addirittura la variazione del clima. Anche quest’ultimo influisce non poco sulle vendite. Non poter più contare su una stagione ben definita e affrontare inverni che sembrano autunni (o estati che sembrano primavere) crea problemi. L’approvvigionamento del prodotto deve così obbligatoriamente essere commissionato alla produzione con mesi di anticipo, rischiando di trovarsi con numerose giacenze.
Infine i comportamenti di consumo. L’idea di trovare montagne di offerte a qualsiasi prezzo e ora del giorno e della notte sta creando un cliente stressato. Oggi c’è il cliente opportunista e perennemente disorientato. Una persona che non sa cosa vuole e di conseguenza difficile da accontentare. Solo pochi brand, rivenditori o privati riescono a cavalcare questa grande onda di cambiamento senza farsi schiacciare dalla crisi e rinnovandosi“.
E voi in cosa vi siete rinnovati in questi anni?
“Con quanto premesso il cambiamento è stato obbligatorio. Già a partire da una decina di anni si intuiva che internet avrebbe cambiato le carte in tavola. Per questo ci attivammo anche noi. Al servizio tradizionale offerto dal punto vendita ci siamo estesi anche sul web. Abbiamo così fornito ai nostri clienti un punto informativo online ed un ecommerce dove si possono valutare e acquistare i nostri prodotti comodamente da casa. Così facendo possiamo vendere potenzialmente in tutto il mondo. Comunicazioni sui social, newsletter e postali forniscono un coinvolgimento con il nostro cliente a 360° durante tutto l’anno. Questo non è solo finalizzato alla vendita ma anche solo informativo. In questo la nostra pagina Facebook ci è di grande aiuto“.
Il vostro negozio è un punto di riferimento per il quartiere Montanara come reputate la condizione del quartiere in generale?
“C’è chi dice che sia l’ultimo quartiere di Parma dove si sente parlare l’autentico dialetto parmigiano. È un quartiere che nel tempo è stato spesso oggetto di scambi interculturali. Tra livelli sociali diversi, il che ha portato a un grande senso di solidarietà, unione e integrazione con tutti. Proprio qui è nata, circa quindici anni fa e grazie all’iniziativa degli esercenti, l’idea di fondare un’organizzazione che legasse le attività del quartiere alla generosità e all’unione fra le persone. L’associazione “Montanara insieme” ancora oggi promuove feste di quartiere e iniziative per devolverne i proventi alle famiglie e a persone in difficoltà. Come dimostrato dagli eventi promossi dopo l’alluvione del 2014 o dalle annuali “feste di via Montanara” che riscuotono sempre un grande successo.
Purtroppo l’eccessiva desertificazione dei centri storici e delle periferie a vantaggio della continua apertura di enormi centri commerciali stanno stravolgendo non solo le normali abitudini di consumo delle famiglie, ma il tessuto relazionale sociale. Il quartiere Montanara non è esente da questa tendenza. Mai come negli ultimi anni si stanno sentendo gli effetti negativi. Tuttavia, l’affetto e il calore dei clienti che continuano a venire (molti nuovi, alcuni davvero storici) ci fanno sentire a casa e appartenenti tutti a una grande famiglia, che nessuna crisi potrà mai sconfiggere. Questa festa organizzata in occasione dei nostri 50 anni è un ringraziamento di cuore a tutti loro e a tutti voi… Per altri 50 anni insieme“.